una chiacchierata di circa un’ora
con anche un reading di poesia
ed un musicista d’eccezione: Francesco Bachis

Seneghe, 28 agosto 2011

 

POETS AGAINST WAR COLLECTION

Caza de Poesía proudly announces the launch of our new anthology Revolutionary Poets Brigade bringing together 76 poets from 25 countries around the world speaking truth to power.

This collection featuring local, national and international poets includes selected works by Lawrence Ferlinghetti, Jack Hirschman, Majid Naficy, Matt Sedillo, Agneta Falk, Luis J. Rodriguez, Alberto Masala, Diane di Prima, Judith Ayn Bernhard, Mark Lipman, Sarah Menefee, Antonieta Villamil… just to name a few.

Launch dates include:

Kaleidoscope FreeSpeechZone, S. Francisco–Nov. 7
The Beat Museum, San Francisco – Nov. 11, 7PM
The Reader’s Cafe, San Francisco – Nov. 18
The Talking Stick, Venice – Dec. 4, 6PM 
City Lights Bookstore, San Francisco, Dec. 14, 7PM

Come – Meet – Listen – Read – Join – Support
 
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Our address: 4342 Elenda Street, Culver City CA 90230
Voice: (323) 515 3713

REVOLUTIONARY POETS BRIGADE ANTHOLOGY – VOLUME I

Order your copy today! Multilingual/English 376 pages $15

– Le Monde Diplomatique 1
– Le Monde Diplomatique 2

 

 

HEARTHFIRE
Revolutionary Poets Brigade
Second Anthology

 

 

 

 

Poets Against War Collection
(Revolutionary Poets Brigade)
Caza de Poesia, Culver City CA, USA 2010
 più notizie qui…

 

 

NIT DE LA POESIA 2004
11 poetes a la Vaqueria
traduzioni: Anton Roca e Lurdes Malgrat
AROLA ha pubblicato le traduzioni dedicando alla mia poesia circa 90 pagine della raccolta
Arola Editors, Tarragona
novembre 2005
ISBN: 84-96366-67-7

 

 

 

 

Trent’anni di Novecento
a cura di Alberto Bertoni
(Book, Bologna 2005)

 

 

 

Poesia della traduzione
a cura di Alberto Bertoni
(Mantova 2003)

 

 

 

 

Poeti contemporanei
a cura di Duilio Caocci e Gianluca Corsi
(la biblioteca dell’identità, Cagliari 2006)

 

 

 

Ringrazio Monica Mureddu per questo filmato sul sito di Sardinia Innovation al festival Isola delle storie di Gavoi.

Ecco il link ad un’intervista di Cristiano Sanna sul sito di Tiscali – se, come appare a me, vi sembrerà bella, sappiate che lo si deve alla bravura del giornalista che, al telefono, ha saputo estrarre senso dal cumulo indifferenziato e confuso delle mie risposte.

Già l’avevano fatto con altrettanta bravura anche Paolo Merlini per la Nuova Sardegna e Daniele Barbieri per Liberazione e Piazza Grande (vedi post precedente)

Io ho certo avuto fortuna, ma resta che fare giornalismo così, parlando con tipi come me, è un’arte. Grazie ancora.

E già che ci siamo, solo per fare un po’ d’ordine, anche il post con un mio reportage e tutti i links che l’hanno ripreso.

Ed un’altra intervista dovuta all’intelligenza scavatrice di Daniele Barbieri sul suo bellissimo blog

 

Grigio di Baghdad 

di Alberto Masala
Parto da Baghdad con i suoi 1400 checkpoints in una triste prima mattina di pioggia che rende ancora più plumbeo il grigio del cemento e più fangosa la polvere marrone degli sterrati. Il grigio qui non è più un colore: è una condizione mimetica che pervade lo sguardo appiattendolo in visioni disperate. Anche il respiro è razionato a brevi dosi in un soffio d’angoscia senza mai distesa. Nell’ultimo tratto, mentre il Toyota s’infila nel percorso obbligato tra i blocchi di cemento, penso alla generosità di Nicola Calipari ed alla forza di Giuliana Sgrena che ha scelto di tornare fra questa gente. Era marzo, sono passati giusto 5 anni. Mi guardo attorno e non riesco a pensare ad altro. Dov’era appostato Lozano? A che punto del percorso ha sparato?… è un’orribile sensazione percorrere uno spazio dove qualcuno ha ucciso, è un peso che arriva al cuore come se la stessa terra rifiutasse di inghiottire quel momento e lo rendesse materia solida, pesante e difficile da attraversare. E non si arriva mai… 14 passaggi, gli ultimi, dall’accesso dell’aeroporto al portellone dell’aereo: mettiti in fila, passaporto, apri la valigia, fatti perquisire, chiudi la valigia, togli la giacca, vuota le tasche, passa al metal detector, qualcosa squilla… la cintura, i bottoni metallici della camicia… lo scanner… ok, rivestiti, rimetti tutto in tasca… avanti il prossimo. Posso partire dall’Iraq. Sono illeso, le uniche tracce che esporto stanno nel profondo e mi hanno solcato l’anima lasciando detriti incancellabili. Ho visto poco e quasi tutto dai finestrini del pullman che ci ha portava sempre scortato da due pickup pieni di armati.

– 1 aprile articolo di Paolo Merlini su “la Nuova Sardegna” (*v. nota)

– 3 aprile intervista di Daniele Barbieri per “Liberazione”

– e per “Piazza Grande” di maggio

– e, in seguito, aggiungo qui l’intervista di Cristiano Sanna Martini per Tiscali news

– e infine, un mio reportage


intanto in Iraq si continua ad uccidere
(*) nota all’articolo di Paolo Merlini sulla Nuova Sardegna.
Nel bell’articolo sulla “Nuova” di cui ringrazio ancora l’ottimo Paolo Merlini, ci sono un paio di imprecisioni dovute certamente a malintesi dato che tutto si è svolto rapidamente per telefono e non – come avrei preferito – per mail (scripta manent). Sul momento ho pensato di lasciar perdere e non dare importanza, ma dato che mi piace la precisione e stamattina mi sono svegliato dicendo nel dormiveglia: “No… No… No…”, ho pensato di fare questo breve errata corrige:
– 1°. “In the executioner’s house” (Nella casa del boia), il testo sulla guerra indirizzato a George W.Bush, non è uscito per la City Lights ma per la CC. Marimbo press – Berkeley. Questo per rispetto ai coraggiosi Editori e al grande Jack Hirschman che l’ha tradotto e sostenuto la diffusione.
– 2°. La sua presenza nelle vetrine della libreria City Lights (dunque il sostegno di  Lawrence Ferlinghetti) è vera, come nelle foto che Jack mi ha spedito. E fortunosamente era il 50° della Libreria/Casa Editrice. Nella pagina apparsa su Repubblica per la ricorrenza si accennava al ‘mito’, ma non al fatto che c’era un libro italiano esposto: il mio.
– 3°. Non è proprio esatto che altri italiani non siano stati pubblicati dalla casa editrice di San Francisco (Pavese, credo Montale, ed altri…) – al telefono mi riferivo alla collana in cui sono usciti gli scritti di Pasolini – tradotti da Hirschman e Richman, dal titolo “In Danger”…
– 4°. La domanda: “Progetti per il futuro?” mi ha colto di sorpresa e non sapevo cosa rispondere anche se di progetti ne ho parecchi. Impappinato, ho detto la prima cosa che mi è saltata in mente, la più recente nel mio archivio cerebrale… L’interesse e la traduzione di Jonathan Richman per “Alfabeto” mi è stato riconfermato da Jack Hirschman in Iraq. Ma è prematuro parlarne… se ne riparlerà fra qualche mese
Ancora un saluto a Merlini, giornalista che stimo e apprezzo davvero anche umanamente, ma: “è la stampa, bellezza…”

dall’inglese


Jack Kerouac – L’ultima parola. In viaggio, nel jazz
traduzione e cura di Alberto Masala (con uno scritto di Paolo Fresu)
Il Maestrale. 2003 (2° ed.) – più notizie qui…


Love and politics di Judith Malina (StampAlternativa, 1998)

Underwear di Lawrence Ferlinghetti (2008)


Lirycal Poetry di Simon Pettet (Porto dei Santi 2000)
­

dal francese


Nierika, o le memorie del quinto sole di Serge Pey (il Maestrale 2001) – più notizie qui…

dal sardo


Peppinu Mereu – Poesie complete – a cura di Giancarlo Porcu
traduzioni di Alberto Masala, Giovanni Dettori, Marcello Fois­
Il Maestrale 2004 (2007 seconda edizione riveduta e corretta) –  più notizie qui…


Poesie satiriche (settecento e ottocento) – (La biblioteca dell’identità, Cagliari 2006)


Poesie d’amore (dal cinquecento all’ottocento) – La biblioteca dell’identità, Cagliari 2006


Canto in Re a cura di Paolo Angeli (ISRE/ Archivio Mario Cervo, libro+ 5 CD, 2006)

dall’album Resuggontu degli StranoS ElementoS

un’intervista prima del concerto di Bologna

Anteprima

 

Il n.4 di Vanitas Magazine è uscito a New York con la copertina di Francesco Clemente. E’ uno speciale sulla traduzione letteraria. Contiene 2 pagine estratte dal mio Taliban grazie alla grande traduzione che ne ha fatto Jack Hirschman.

 

 

 

 

e, sempre a proposito di USA, sono presente con un testo – anche questo tradotto dal caro Jack Hirschman – nel n. 32 della rivista di Oakland (CA), Left Curve