>nel blog di Paolo Maccioni ho trovato un video di bluigor divertente nella sua drammaticità
pare che sia tutto vero!! andate a vedere, dura solo 2 minuti

on line il nuovo numero di Soliana
rivista di arti, cinema, poesia, filosofia e letteratura
redatta da Mimmo Bua, Fabrizio Derosas, Francesca Falchi e Bruno Pittau

puoi scaricarla qui

dunque – nonostante tutto –
sta per cominciare la terza edizione del


AsuniFilmFestival
cinema nelle terre di confine

diretto da
Antonello Carboni


quest’anno è dedicato alla cinematografia Curda
clicca sul banner e trovi il programma

Niente. Nessun segnale. Neanche un soldo.

Cari amici, ho aspettato a ringraziarvi della vostra presenza solidale in attesa di segnali più concreti.
Ed ora sono arrivati: segnali di silenzio. Che nei codici comunicativi della politica, soprattutto in Sardegna, sono segnali di alterigia e disprezzo.
Per il nostro progetto? Non credo. Neppure lo conoscono… potrei sbagliarmi, ma sono convinto che non l’abbiano mai guardato.
Qualcosa di personale? Molto difficile. A scanso di malintesi involontari, non ho dati per pensarlo. Chi, come noi, procede alla luce del sole, normalmente non si aspetta di avere nemici.
Segnale politico? Impossibile: un’idea basata sul riscatto di una zona interna con progetti artistici e culturali non può essere politicamente sbagliata. Per nessuno che dica di governare.

Comunque, ciò che abbiamo ottenuto è silenzio… Nessuna risposta… Nulla…

Un silenzio accidioso? inerte? Non più… no: è ormai diventato astioso e punitivo. Perché?

Un detto popolare indicherebbe chiaramente la direzione in cui rivolgere lo sguardo:addaghi l’iscumbatas cun su giagu bi ‘essit soru meda e casu pagu (quando finalmente tenti di quagliare, viene fuori molto siero e poco formaggio)…

Dunque, per non lasciarmi trasportare da sfumature devianti, ne deduco che: avendo provato a quagliare da ben quattro anni e vedendo che si ottiene poca sostanza, mentre sempre più si evidenzia la figura decisionale del Presidente Renato Soru, provo ad indirizzargli il seguente messaggio.


Egregio Presidente,

visti i risultati negativi del nostro rapporto con le Istituzioni da Lei rappresentate, tento con questo autodafé di analizzare le mie mancanze, le chiedo anticipatamente scusa, spero vivamente di essere da Lei perdonato.

Forse ho mancato geograficamente.
Ma la distanza non può essere un parametro… Marcello abita a pochissima distanza da casa mia, eppure fa il progetto di Gavoi… e, per essere precisi, in linea d’aria io sono più vicino di lui alla Sardegna di almeno tre o quattrocento metri. Mi favoriscono anche i sensi unici: ci metto un po’ meno ad arrivare in aeroporto. Non parliamo poi di Paolo: lui abita addirittura un quartiere più in là. Se ragionassimo così, dovrebbe organizzare Berchidda in Veneto. E poi, nonostante una Entità Perversa cerchi di impedirmelo (ma prima o poi scopriremo chi è…), io sto ostinatamente cercando di tornarmene in Sardegna.

Allora ho mancato socialmente.
Ma anche qui la colpa non è mia: ho la consapevolezza di non essere adatto per stare a corte. La colpa è di mia madre, che mi ha condizionato fin dalla nascita dicendomi:Ricordati: noi non dobbiamo niente a nessuno. Tutto quello che vedi qui viene dal lavoro di tuo padre“.
E come può crescere un bambino allevato in maniera così distorta? Se poi si aggiunge che vengo dalla cultura dell’interno, pastori… gente senza padroni che, almeno ai miei tempi, non chinava mai la testa… Non mi si può imputare le colpe di una società così fatta… Sarebbe come rimproverare ad un viado brasiliano di essere cresciuto per strada. Che colpa ne ha? Io sono nato lì. Fra i duri sardi dell’interno. Ormai è troppo tardi per porvi rimedio. Mi perdoni… Ho anche provato a correggermi, ma senza riuscire.
Le racconto un episodio chiarificatore.

Una quindicina d’anni fa la mia agente, agendo (per questo si chiamano agenti) sui miei sensi di colpa, mi convinse che un poeta deve frequentare i salotti, stare con la gente che conta. Se non lo fa, non esiste, e la poesia ci perde. Io, sebbene scettico, dubbioso, titubante… ma volonterosamente spinto dal senso del dovere… accettai un invito.
Una bellissima villa sui colli, salone con caminetto centrale aperto su due lati (le passo un’idea d’arredamento). Un pranzo pantagruelico: già agli aperitivi ero satollo. Se aggiunge il fatto che da trent’anni non pranzo più se non per dovere di cortesia… può immaginare in quali condizioni mi trovavo. Stordito dai fumi dell’alcool (almeno dieci assaggi di vini diversi) e devastato dall’assalto spietato dei succhi gastrici, dopo le innumerevoli portate cominciai a sentire la palpebra pesante. Ebbene: un qualche Lucifero aveva predisposto proprio dietro le mie spalle la sedia a dondolo padronale. Un trono enorme, ottocentesco, davanti al camino scoppiettante. Vi caddi quasi privo di sensi e dormii profondamente per almeno tre ore disattendendo completamente le aspettative dei numerosi ospiti che avrebbero voluto un poeta attivo, compiacente, divertente, à la page, all’altezza della situazione. Ma, come lei certamente sa, per definizione carmina non dant panem. E se il poeta non è allenato al pane, s’immagini al companatico! Il disastro era completo: spero almeno di non aver russato.
A mia discolpa devo dire che i cortesi ospiti non facevano niente per tenermi sveglio. Un dato ormai verificato è che la noia e la banalità pervadono i consessi di chi, troppo preso ad accumulare danaro e potere, non ha avuto tempo per coltivare lo spirito. Non bisogna fargliene una colpa, ma – par condicio – chiedo che non venga nemmeno fatta una colpa a chi, come me, a corte si annoia. Ci ho provato: non ci riesco. L’agente mi mollò quel pomeriggio stesso senza nemmeno salutarmi. Da allora, per non ripetere la brutta figura, evito tutte le corti e frequento solo persone che intellettualmente riescono a tenermi sveglio.

Presidente, mi appello alla sua comprensione: gli Asunesi non devono pagare per me, non hanno peccato. Non sanno nemmeno di questa lettera. Punisca solo me: decida come devo comportarmi per sanare il mio deficit di adattabilità sociale e proverò a farlo. Ho tanta buona volontà.
Poi, se Le rimarrà tempo, umilmente Le parlerò anche di progetti… Scusi ancora se ingenuamente ho avuto la presunzione di pensare che, come lasciava intuire il suo programma elettorale (da me apertamente sostenuto), finalmente si potesse partire dalla dignità delle idee….
Non so proprio stare a corte.

Prima di congedarmi, le chiedo un segnale di magnanimità, ne ho davvero un urgente bisogno:
sto per andare a San Francisco, invitato ufficialmente dal Sindaco Gavin Newsom. Sarò la Sardegna nel Festival Internazionale di quella Capitale mondiale della poesia. Senza il Suo benevolo sguardo su di me, mi sento inadatto… Già da molti anni rappresento immeritatamente la Sardegna in contesti internazionali. Ormai ho paura di essere sfuggito al Suo paterno controllo. Mi sento solo… La prego, mi aiuti a riprendere coscienza della realtà: mi affianchi qualcuno di Sua fiducia, magari proprio chi abitualmente Le riferisce del PROGETTO ASUNI… quella mente illuminata mi insegnerà a comportarmi nel consesso degli umani.

Se non lo farà, mi avrà sulla coscienza.

Con deferenza,
Alberto Masala
rogo – inquisizione iberica

———————————————–
i siti che hanno ripreso la lettera – li ringraziamo moltissimo
agli altri non presenti in questa lista, che non abbiamo individuato o non ci sono stati segnalati, chiediamo scusa

———————————————–

ps. – da alcune reazioni telefoniche mi accorgo che dei passaggi potrebbero essere malintesi. Credevo non ci fosse bisogno di chiarire che:
  1. auguro LUNGA VITA a Marcello e Paolo ed ai festival di Gavoi e Berchidda! Non solo non sono geloso, ma sono SINCERAMENTE felice che procedano bene. Ci mancherebbe…!!!
  2. sto parlando di progetti che da QUATTRO ANNI esistono e non trovano udienza da parte di chi ha il DOVERE politico e amministrativo di conoscere. Ci piacerebbe portare le istituzioni ad un tavolo di confronto sul PIANO DI SVILUPPO del territorio – ASUNI HA FATTO SCELTE IMPORTANTI – il problema dei finanziamenti viene dopo.
  3. NIENTE DI PERSONALE col Presidente Soru o col governo regionale, ma cosa c’è di sbagliato nel cercare di proporre un metodo politico aperto e corretto su un progetto di cui dovrebbero andare orgogliosi e che invece stupidamente ignorano?
come nei peggiori incubi
Appello di Un ponte per…in difesa della biblioteca di Baghdad


L’esercito iracheno e americano, contravvenendo a tutte le convenzioni internazionali, è entrato con la forza nella biblioteca nazionale di Baghdad facendone, di fatto, una base militare e mettendo a serissimo rischio il patrimonio librario scampato all’incendio dell’aprile 2003. Di fronte alla resistenza del direttore e dei dipendenti della biblioteca hanno usato violenza fino a sparare alle gambe ad un bibliotecario. Al momento in cui scriviamo i soldati hanno lasciato l’edificio, ma si teme che l’occupazione possa ripetersi presto ed in qualsiasi momento.
La biblioteca nazionale di Baghdad, che Un ponte per…sostiene da tre anni, è un esempio di come gli iracheni, se lasciati liberi da ingerenze esterne, possano ricostruire il proprio paese.
Facciamo appello al Governo italiano perchè intervenga presso il Governo di Baghdad affinchè la biblioteca, sia lasciata definitivamente libera dalle armi, anche a tutela del lavoro svolto dalla cooperazione italiana nella ricostruzione della biblioteca stessa.

Invitiamo tutti a inviare immediatamente messaggi di protesta all’ambasciata irachena in Italia

fuori i militari dalla Biblioteca Nazionale di Baghdad

I militari – sia quelli Usa che quelli iracheni – stiano alla larga dalla Biblioteca Nazionale di Baghdad. Questo il monito rivolto dal suo direttore, preoccupato perché alcune recenti operazioni “di sicurezza” stanno mettendo a rischio una delle istituzioni culturali più importanti del Paese.

Progetto “La casa dei libri di Baghdad”

Da tre anni Un ponte per… assiste il direttore della Biblioteca Nazionale di Baghdad nella impegnativa opera di recupero del patrimonio librario. Il progetto che ha permesso di completare l’inventario dei libri, di fare il sito della biblioteca e di formare personale presso la Biblioteca Nazionale di Firenze alle tecniche di restauro è ora fermo in attesa di fondi.

>

Asuni è un comune di 397 abitanti al centro della Sardegna

l’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Sandro Sarai,ha votato che la destinazione produttiva del paese sia la cultura

per chi non conosce il PROGETTO ASUNI ecco qui uno schema MOLTO sintetico

clicca sull’immagine per ingrandire

agli amministratori, al pubblico

ASUNI 2007
festa della letteratura e delle arti
(Parole e visioni intorno al viaggio)


quarto anno: la sussistenza

Siamo al quarto anno: quello della transizione. Dopo tanta attività, proposte progettuali, presenze artistiche rilevanti… dopo tanto dispendio di energia produttiva, ancora non abbiamo la certezza di poter proseguire: non siamo entrati nel piano dei finanziamenti regionali, sussistiamo in maniera precaria, non ci è dato di progettare con tempi che rispettino la coerenza di un programma e la lungimiranza di uno sguardo non occasionale.

Eppure finora, grazie all’investimento professionale della direzione, agli sforzi esemplari dei volontari e delle Associazioni, a un impegno davvero grande dell’Amministrazione Comunale (che, ricordiamo, ha destinato il paese di Asuni alla produzione di cultura) ce l’avevamo fatta. Il primo anno l’idea guida era quella della migranza, il secondo della appartenenza, il terzo della memoria.

Quest’anno il tema portante sarebbe stato il confronto fra cultura metropolitana e rurale, le nuove tribalità urbane e quelle tradizionali, la relazione ideale fra le due periferie: quella dei grandi centri e quella geograficamente decentrata.

Ma abbiamo dovuto rinunciare all’idea prevista.

Ancora una volta non sono arrivati finanziamenti. Poeti e scrittori, artisti visivi con progetti specifici, musicisti, performers, attori, laboratori… niente di tutto ciò è stato visto o valutato di livello adeguato dagli operatori pubblici della cultura.

Questo non ci offende – non si installa artificiosamente uno sguardo in chi non lo coltiva – ci lascia soltanto una profonda amarezza che viene dal riconoscere un’assenza di attenzione, una superficialità da parte di chi dovrebbe rapportarsi con la sostanza delle idee, mentre sconfortevolmente ancora non è capace di distinguere un progetto da una kermesse, un pensiero da un atto che non ha altro valore che quello di attingere in maniera puramente tecnica alle agende dei promoters di spettacolo.

Due anni fa, per il convegno di Ghilarza, facemmo arrivare una lettera al Presidente Soru chiedendogli di riflettere sulla questione, di voler differenziare lo spettacolo dalla cultura, di saper riconoscere i progetti… Un’idea che probabilmente gli apparteneva, o da cui attinse immediatamente senza citare la fonte, dato che aprì il convegno sulla cultura esprimendo il medesimo concetto. Ebbene: da allora niente è cambiato.

Intanto noi procediamo nella sostanza tralasciando, forse troppo colpevolmente, di coltivare amicizie politiche che ci possano rendere il cammino più agevole. Ma il nostro stile è quello di pretendere un confronto aperto sui progetti e non rinunceremo ad imporre questo paradigma fondamentale. Siamo certi della nostra differenza, della qualità delle idee. Riconsegnamo il problema della capacità di uno sguardo sull’intelligenza a chi istituzionalmente dovrebbe assumerne l’incarico: sta a loro essere capaci di vedere, non a noi di pietire finanziamenti che crediamo dovuti.

Quest’anno aprirà LOGOS (luoghi, pensiero… il pensiero dei luoghi), un Centro residenziale di produzione artistica e progettazione culturale. Un ulteriore passo nell’affermazione di dignità di un villaggio dell’interno che decide di produrre cultura. E qui ripetiamo lo slogan che ci ha condotti finora e che qualifica l’etica di un progetto-guida (non siamo noi a definirlo così) in un rapporto reale ed equilibrato col territorio secondo un modello di sviluppo sostenibile per conservare dignità, coscienza etica e tensione partecipativa nei suoi abitanti.

LOGOS produrrà e distribuirà le sue produzioni (musica, arti visive, letteratura) di livello internazionale. Un corso di formazione farà crescere competenze e professionalità gestionali in alcuni giovani della zona. Rinviamo le informazioni a fra poco, quando il discorso si farà concreto.

Intanto il Progetto Asuni resiste, Asuni FilmFestival è alla terza edizione ed i cantieri procedono: nuovi servizi, il recupero delle strutture abitative e di accoglienza – la miracolosa nascita di 120 posti letto in un paese di 397 residenti – fanno sperare e producono nuovo coraggio. La rete dei rapporti con la zona si estende come avevamo annunciato: cominciamo a pensare di poter offrire servizi al territorio.

Caro pubblico di Asuni, siete cresciuti con noi, ci avete sostenuto, gli artisti che abbiamo ospitato in questi tre anni sono ripartiti commossi dall’accoglienza e toccati da un ascolto preparato e profondo che ormai ha raggiunto livelli di eccellenza. Quest’anno vi chiediamo di comprendere: senza finanziamenti non si può programmare e noi vi abbiamo abituati ad un’offerta culturale attenta, non casuale. È troppo tardi per attuare il progetto di arti visive, tante altre cose mancheranno, soprattutto la coerenza che ci ha sempre distinti. L’unico punto su cui non arretreremo è la qualità delle proposte. Ma sappiate che è un anno di passaggio, dimostrativo, non programmato, di sussistenza appunto. Se arriverà un tardivo finanziamento, faremo festa insieme, come sempre, alle Domus de Janas, nelle lollas, all’anfiteatro.

Con la speranza che la Sardegna riesca a decolonizzarsi ed a produrre pensiero dell’arte e della cultura in modo non subordinato.

sperando di riabbracciarvi anche quest’anno

la popolazione di Asuni
Sandro Sarai, il sindaco
Alberto Masala, il direttore artistico

——————————————————————————————————————————–
i siti che hanno ripreso la lettera – li ringraziamo moltissimo

l’altra voce (Francesca Falchi)
auroratomica (Francesca Falchi)
Michela Murgia
Sorelle d’Italia (Michela Murgia)
Smemoranda.it (Antonio Incorvaia)
Oristanesi.it (Marco Piras)
nakkiolo (Matteo Miavaldi)
emigrati sardi
su barralliccu
spettacolo sardegna
CUEC (Mario Argiolas)
Patrizia Caffiero

agli altri non presenti in questa lista, che non abbiamo individuato o non ci sono stati segnalati, chiediamo scusa

 

ore 19 – casa del jazz – viale di porta ardeatina 55 – roma

 


segnalo una mostra di Fabiola Ledda

Caminetti – Fabiola Ledda © – riproduzione non consentita


a cura di Simona Campus e Maria Francesca Lisci

il cui progetto è fra i due selezionati nell’ambito del Master in Management per Curatore nei Musei d’Arte e Architettura Contemporanea


venerdì 20 aprile 2007 ore 18:30

Coordinate dell’evento ViaTacendo


Date: 20 aprile – 11 maggio 2007
Conferenza stampa: venerdì 20 aprile ore 17.30
Inaugurazione: venerdì 20 aprile ore 18.30
Presso: Sala Petruccioli, Facoltà di Architettura Valle Giulia, Università di Roma “Sapienza” Indirizzo: Via Gramsci 53, 00197 Roma
Orari: dal lunedì al venerdì ore 11:00 – 19:00

Info, ufficio stampa:


ingresso libero

In occasione dell’inaugurazione sarà distribuito il catalogo della mostra

Libreria MODOinfoshop

sabato 14 aprile – dalle ore 18,00 in poi


Beats & Friends
fotografie di Michele Corleone
con quattro illustrazioni di Gianni Placido


mostra fotografica curata da Studiocutup
in collaborazione con Libreria MODOinfoshop

ore 18,00: inaugurazione con Alberto Masala e Michele Corleone happening poetico e ascolti di inediti sonori tra Ginsberg, Clash e Dylan

ore 22,00: proiezione del film PULL MY DAISY di Robert Frank e Alfred Leslie, introduce Monica Dall’Asta


fotografie ed illustrazioni saranno in esposizione nei due locali fino al 10 maggio


::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
MODO infoshopInterno 4 Bologna – Via Mascarella 24/b e 26/a – Bologna
info: tel. 051/5871012
www.modoinfoshop.comwww.myspace.com/modoinfoshop