>Come nei peggiori incubi, come nei racconti delle più spietate invasioni, ancora la Sardegna si restringe ed i Sardi si allontanano dal mare. Quelli che tentano di restare vicino alle coste vengono sterminati senza pietà.

La storia si ripete in ricorsi crudeli: era già successo coi romani e con i mori, perdurava nel periodo degli spagnoli e dei savoia…
Solo da poco ci eravamo rilassati. Riattirati all’esterno dagli specchietti e le collanine dei nuovi sorridenti colonizzatori, li abbiamo serviti in silenzio e con dedizione: camerieri nelle loro residenze fortificate, ascari nelle loro guerre, sicari nelle loro vendette, ottusi esecutori delle loro voglie… servi, anzi, servi dei servi…
Un popolo di servi senza storia. A loro tutto il mio inutile disprezzo. Sì perché non si può avere pietà o comprensione per il servilismo e l’assenza di etica.
In effetti avevo già cominciato ad avere dei dubbi ed a provare dolore quando davanti al ‘magazzino’ nuragico, ormai pallido simbolo della nostra esistenza, era stata consegnata la bandiera.
Ma interpretai quel gesto come una mossa falsa che avrebbe risvegliato ancora di più il nostro orgoglio e confermato che potevamo di nuovo essere un popolo. Niente di più sbagliato. Il mio ottimismo non aveva colto l’esatta esemplificazione di ciò che stava per succedere: la resa senza condizioni.

Ed ora eccoci qua: nuovamente sconfitti e piegati, nuovamente ripiegati nei fieri (?) villaggi dell’interno, arroccati e imprendibili (perché non appetibili), e sempre più spopolati di spirito e persone.

La Sardegna è un feudo senza orgoglio. I pochi sardi che tentano di resistere sono traditi da coloro che s’inchinano senza alcuna cultura né memoria. Ora si ritorna indietro e si dovrà ricominciare tutto da capo. Eravamo a Bisanzio, s’ardia fidel’e Antìne, e ne abbiamo riportato soltanto la maledizione perpetua: crollo e decadenza.

E che ora non si parli di Rinascimento sardo, che le intelligenze sappiano indossare il lutto della mente, che chi si è dimesso o ha smesso per salvarsi il culo non ritorni mai più.
Oggi siamo di nuovo soli e con sempre meno ricordi.
Da qui ricominciamo, e non abbiamo tempo da sprecare.

diversi e differenti commenti sulla questione:
altra voce
democrazia oggi
sardus disterraus

il piemontese Bogino
(in Sardegna sinonimo di boia)

>L’altra sera mi sono commosso a vedere 1200 persone, di cui almeno 1000 sardi, che venivano a sostenere l’intelligente iniziativa del Renàutobus. C’era calore, attenzione, affetto. E una presenza eccellente di sensibilità e generosità. Ho sentito di appartenere a un grande popolo. Una serata indimenticabile sotto tutti i punti di vista, non ultimo quello della qualità delle proposte artistiche. Non voglio continuare per non esagerare con gli aggettivi, ma credetemi: dagli anni settanta non vedevo una tale partecipazione ed un tale entusiasmo. Comunque, per chi non c’era, ecco i links divisi in due filmati:

Domani pomeriggio alle 15 parte il Renàutobus e diventa reale la scommessa che insieme al comitato Bologna per Soru abbiamo intrapreso lunedì scorso al teatro delle Celebrazioni: molti giovani potranno tornare per votare.


ragazzi, buon viaggio!

bazi in bonòra


torrades pro votare, votade pro torrare…
fintzas pro nois:

MEGLIO SORU

Dato che mi vengono rivolte da più parti domande sul “come mai”o “perché” io sostenga visibilmente Renato Soru alla presidenza della Sardegna, utilizzo questo spazio per chiarire cercando di fare in modo che le mie risposte siano il più “generali” e il meno “private”possibile.

  • Ho sostenuto Soru alle elezioni scorse e devo ammettere di non essermi mai pentito
  • Penso che Soru sia capace di garantire un clima politico e di confronto che in Sardegna manca da sempre.
  • Credo nelle proposte che Soru porta avanti viste le strade già intraprese (welfare, scuola, legge salvacoste e interesse alle comunità dell’interno, master & back, difesa del territorio e della cultura, risanamento dei bilanci…)
  • Non credo per niente nel lìder maximo alla Ceausescu. Sarebbe un taglio mentale molto più vicino al PDL. Soru, che è un uomo, in quanto tale è naturalmente soggetto ad errori.
  • Dunque votarlo non significa abbandonare la propria coscienza civile e politica nelle sue mani. Ogni eventuale errore di un governante è altrettanto imputabile al silenzio dei movimenti e dei singoli sulla medesima questione. Siamo o no individui pensanti? abbiamo un’etica?
  • La facoltà di vigilare sull’operato delle Istituzioni e di praticare eventuale dissenso, anche forte e radicale, è un’opzione garantita dalla Costituzione ai singoli ed alle associazioni. Si chiama fare politica. Oltre e nonostante le eventuali debolezze, fermezze, simpatie o antipatie personali. Non ho motivi per pensare che Soru possa mai andare contro questo principio.
  • Altra cosa che meraviglia alcuni è il fatto che io stesso sia stato protagonista di simili contingenze (vedi post su ex-zone minerarie, campi da golf, mancato o scarsissimo finanziamento di un progetto culturale da me diretto ad Asuni). Per quanto riguarda l’opzione opporsi, invio ai punti precedenti. Ma aggiungo: sono stato educato fin da piccolo ad avere uno sguardo largo… e dignità prima di tutto. Non faccio MAI questioni personali, ma politiche. I personalismi… la permalosità… mi getterebbero in una condizione di miseria interiore insanabile. Immagino e credo che anche per Soru sia lo stesso… se così non fosse, sarebbe un problema solo suo.
  • Esiste la possibilità di un voto disgiunto. Dunque ognuno potrebbe votare la formazione che preferisce. Questo sarebbe uno stimolo anche per Soru.
  • Qualcuno oggi è in grado di proporre un presidente possibile oltre lui? Certamente è il migliore che abbiamo. Basta pensare a come si sta liberando della casta, quei loschi individui che dal dopoguerra occupano le istituzioni. Il problema eventuale sarà soltanto se sbaglierà a scegliere i suoi collaboratori e gli assessori. Spero sinceramente non succeda e confido anche nell’ulteriore – triste – eventualità di correggere il tiro nel percorso.

considerazioni:

se Soru vince
in Sardegna, perde Berlusconi – e questo può creare speranze

Soru trasporta speranze come da trenta o quarant’anni nessun uomo politico ne dava

sulle speranze noi dobbiamo lavorare a mantenerle aperte e portarle avanti

Chi a Bologna ha ascoltato il lucido e chiaro discorso di Renato Soru non può non provare entusiasmo per le finestre che ha aperto sul futuro dell’Isola. Abbiamo davvero bisogno di crederci, e questo basta per sostenerlo. Non ho dubbi.
Chi a Bologna ha visto 1000 studentipieni di speranza che vogliono tornare a votare – per poi poter tornare e restare – non può non appoggiare il Renàutobus (e questi studenti e giovani lavoratori non sono certo attratti soltanto dal PD, ma da tutte le formazioni della sinistra).
Loro hanno speranze. Io alla loro età non ne avevo, e, dopo 34 anni, non so ancora quando potrò tornarmene in Sardegna come vorrei (cioè senza chiedere favori a nessuno).
Ho entusiasticamente accettato di partecipare al concerto per pagare il viaggio agli studenti. Faccio male? Credo di no. Anzi, faccio benissimo.

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Chiudo dicendo ciò che per me resta ovvio: io vengo dai movimenti e lì intendo restare (a Bologna appoggio la “città libera” diBifo e Monteventi…)
Vorrei che in Sardegna venissero eletti soltanto dei consiglieri sinceramente antimilitaristi per fare una pressione forte e finalmente risolvere la questione delle servitù militari. Riporto il comunicato del comitato gettiamo le basi verso il quale nutro una seria fiducia politica.
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ELEZIONI
Per chi persiste nell’obiettivo del “governo amico” di centrosinistra

Sul tema della schiavitù militare inferta alla Sardegna i candidati vecchi e nuovi proposti dallo schieramento di centrosinistra si distribuiscono, grosso modo, in tre gruppi:

– Molti non hanno mai tradito la scelta politica di antica data che assegna all’isola il ruolo di scuola di guerra e campo di battaglia permanente. Non potrebbe essere diversamente in uno schieramento che annovera tra i suoi grandi leader l’ex-ministro Parisi.
(
rinvio ad un mio post precedente sulla questione).

– La stragrande maggioranza, più prudente, da prova di mantenersi fedele alla tradizionale linea politica delle tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo.

– Alcuni si sono spesi sull’esigenza di liberare la Sardegna dal giogo militare in numerose dichiarazioni stampa, con divisibilissime e sacrosante, purtroppo, scisse dall’azione concreta, non supportate dall’individuazione di strumenti adeguati e obiettivi concretamente perseguibili a breve, medio e lungo termine. Nei rari episodi in cui le parole sono state accompagnate dai fatti spesso gli strumenti adottati sono stati inefficaci e talvolta il risultato ottenuto controproducente.

Solo quattro i candidati “outsider” che hanno dimostrato di sapere e volere coniugare parole e fatti, ideali e impegno concreto in prima persona:
Claudia Zuncheddu (Rosso Mori), Rita Marras (Prc Sassari), sempre attive in tutte le lotte, hanno denotato capacità di realismo politico utilizzando mezzi e praticando percorsi adeguati a calare nella realtà “il sogno” di liberare l’isola dal ruolo infamante e devastante di base di tutte le guerre.
Giancarlo Bulla (IDV), il corrispondente della Nuova Sardegna che con un’indagine seria e accurata, sostenuta da passione e “spirito di militanza” ha contribuito a imporre l’attenzione sull’epidemia di tumori e alterazioni genetiche che ha come epicentro il poligono della morte Salto di Quirra.
Il consigliere uscente Paolo Pisu (Prc), animatore della Tavola sarda per la pace che ha dato spazio e risonanza alla lotta di popolo per Gettare le Basi militari fuori dalla Sardegna e fuori dalla Storia.

Non si fa riferimento alle forze politiche minoritarie dell’area nazionalitaria, sempre presenti in tutte le nostre lotte e pertanto straripanti di candidati impegnati da anni in prima persona con serietà e coerenza.

Comitato sardo Gettiamo le Basi

 

 

ecco il comunicato del Teatro delle Celebrazioni per la festa-concerto che servirà a finanziare il viaggio per i giovani che vogliono tornare in Sardegna a votare per le prossime elezioni regionali.

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Paolo Fresu, Ludovico Einaudi, Marcello Fois, Alberto Masala, Michela Murgia, Alessandra Berardi, Bruno Tognolini… sono solo alcuni dei protagonisti dell’evento di lunedì 9 Febbraio, alle 21, al Teatro delle Celebrazioni. Scopo della serata è raccogliere fondi per finanziare il viaggio per la Sardegna degli studenti e lavoratori sardi chiamati alle urne e che si riconoscono nella coalizione di Renato Soru.
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Una festa-concerto a sostegno di Renato Soru, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Sardegna, si terrà lunedì 9 febbraio a Bologna, al Teatro delle Celebrazioni – via Saragozza 234. La serata, con inizio alle 21, è promossa dal comitato Bologna per Soru e dal comitato elettorale del candidato presidente, con la collaborazione del Teatro delle Celebrazioni. Ideatore e protagonista dell’evento Paolo Fresu, il più noto artista sardo, bolognese d’adozione da molti anni; con lui sul palco un altro artista molto apprezzato nella scena musicale italiana, il pianista Ludovico Einaudi, che col trombettista di Berchidda ha instaurato da qualche anno un fruttuoso sodalizio. La serata sarà poi arricchita da alcuni interventi di poeti e scrittori sardi: Marcello Fois, Alberto Masala, Alessandra Berardi, Bruno Tognolini (anche loro come Fresu bolognesi d’adozione), Michela Murgia.

L’ingresso alla serata è ad offerta libera

Scopo dell’iniziativa è raccogliere fondi per finanziare il viaggio elettorale dei molti studenti e lavoratori sardi emigrati a Bologna, ma ancora residenti in Sardegna, che intendono rientrare nell’isola per contribuire alla rielezione di Renato Soru alla presidenza della Regione; a tal proposito è stato organizzato un viaggio in pullman (partenza venerdì 13) per accompagnare gli elettori fino al porto di Livorno, all’imbarco navale per Olbia. Dalla città gallurese partirà poi, nella mattina di sabato 14, il collegamento, con tappe intermedie, verso Cagliari, per portare a destinazione coloro che abitano nel sud dell’isola. Renàutobus, come è stato scherzosamente ribattezzato, partirà da Bologna nel primo pomeriggio; il contributo richiesto ai partecipanti è di 20 euro, comprensivi del biglietto in nave (passaggio ponte).

Il Renàutobus è un’idea di “Bologna per Soru”, gruppo nato spontaneamente su Facebook per sostenere la riconferma di Renato Soru. Parola d’ordine del gruppo, che ha avuto il piacere di ospitare lo stesso Soru a Bologna nella giornata di martedì 3 in un affollato incontro alle Scuderie di Piazza Verdi, è “torramus pro votare, votamus pro torrare”. Lo slogan (torniamo per votare, votiamo per tornare) cita in limba (lingua) il più importante provvedimento della giunta Soru in materia di istruzione (il Master&Back), ed esprime gli scopi pratici e immediati del gruppo ma anche, in termini generali, la sua ragione fondativa.

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Ed ecco alcuni stralci del documento di Bologna per Soru:

«Quante volte avete simpaticamente preso per i fondelli i vostri amici costretti ad avere come proprio rappresentante, tanto per non fare nomi, un Cuffaro, un Loiero, un Fitto o un Formigoni? Volete, per i prossimi cinque anni, esser costantemente accostati ad un Ugo Cappellacci qualunque? Non si tratta della scelta oziosa tra due schieramenti contrapposti ma simili, come ormai (troppo) spesso accade nelle elezioni nazionali e locali. A contendersi la guida della nostra Regione per i prossimi cinque anni non sono solo due persone diverse, sono due visioni differenti “d’intendere e volere” la Sardegna: da una parte quella dei sardi, dall’altra quella di un piazzista brianzolo. Nemmeno tanto simpatico».

«Solo con la riconferma della coalizione di centro-sinistra guidata da Renato Soru si potranno creare i presupposti perché aumentino le possibilità che i tanti sardi che come noi sono stati costretti a emigrare per motivi di studio o lavoro possano un giorno tornare a studiare e lavorare in Sardegna, se lo vogliono, per contribuire con l’esperienza, la professionalità, le conoscenze acquisite fuori dall’isola al miglioramento delle condizioni di vita loro e di tutti i sardi, senza che siano costretti a passare tutta una vita da emigrati: votamus (a Soru) pro torrare, dunque».

il gruppo Bologna per Soru è su Facebook
mail:bolognapersoru@gmail.com

>la palese inconsistenza del figlio del commercialista di Arcore sta sfiorando picchi di drammaticità – Cappellacci è il nulla che avanza offendendo anche il più piccolo barlume di intelligenza – notizie sempre fresche sul sito di Michela Murgia, da cui ho tratto la significativa immagine qui sopra. Qui si capisce che basterebbe una parvenza di cervello, sia pure automatico come quello di Google, per chiarire tutto.

Nel video viene svelato il perché Berlusconi ha scelto Ugo Cappellacci

probabilmente i Ministri della Difesa devono essere così: militaristi (ovvio), fedeli alle Armi (ovvio), retorici quanto basta (ovvio), fedeli anche alle Gerarchie ecclesiastiche (ovvio), disposti a tapparsi il naso comunque (ovvio)…

E dunque eccolo qua. Un ottimo pedigree… Lui c’è in pieno.
Pur non essendo sardo in niente e per niente, è cresciuto ed eletto in Sardegna. E qui non è una questione di identità: siamo colonizzati. Pesantemente colonizzati. Fottuti e contenti. Lui è l’uomo dei militari, delle basi, della NATO, del G8, della Brigata Sassari (truffa storica… chiedete a mio nonno…), lui è il prefetto ideale dell’impero in un’isola ormai interamente consegnata ai suoi padroni. Lui è un cane fedele, un continuatore della gloriosa tradizione di quei cani fedeli che i sardi hanno da sempre allevato.

Perché non parlo dei cani sguinzagliati dall’altra sponda? Perché da lì non potevamo né volevamo aspettarci altro. Sua Grazia è onnipotente. Regna già e continuerà a farlo impunemente dalla sua reggia gallurese in una terra dove hanno persino cambiato nome ai posti per non dispiacere ai padroni. Vendersi il nome del posto dove si è nati è come vendersi la madre. In quella sponda quali sono i cani…?

nella foto Sua Grazia

Ma, dati per scontati gli altri, torniamo a lui. Se ci vuole una prova dell’imbecillità dei sardi, eccola:

in Sardegna ha risolto niente sulla questione delle basi militari, anzi, fedele all’esercito, ne ha ciecamente sponsorizzato ogni esigenza…

in Sardegna ha risolto niente sulla questione dell’uranio impoverito, anzi… ha solo finto di farlo, ma a Quirra ancora il supermarket delle armi è attivo…

in Sardegna ha risolto niente sulla questione degli AMX, anzi… appassionato di parate e cerimonie militari, pur di continuare a frequentarle, ha promesso ai militari che si sarebbe dato da fare per dissequestrare quelli bloccati dalla Magistratura perché ne erano caduti già cinque…
vedi post precedenti – qui “sono caduti” e qui “dimettiti”

infatti è suo l’accorato appello perché gli AMX vengano resi a quei pericolosi irresponsabili che ora piangono perché non ci possono più giocare. Sentite le frasi che ha pronunciato (!!!):
“…sarebbe pregiudicata una capacità operativa essenziale
“…sto seguendo con particolare attenzione la vicenda… che priva la Difesa del Paese di una sua componente significativa, per dotarsi della quale il Paese, cioè i cittadini contribuenti, hanno sostenuto spese ingentissime
“Tutto possiamo permetterci, all’infuori che incrinare l’efficienza e la saldezza dimostrata dai reparti delle nostre Forze Armate”

Cosa ne facciamo di uno così? Ma lo rimettiamo in lista perbacco!Lo facciamo rieleggere al Parlamento che rappresenta gli italiani!


qui coi Russi… poverino…

In conclusione:

i Sardi l’hanno votato, i Sardi tengono molto a lui, tanto che Veltroni ha chiesto addirittura una deroga per poterlo ricandidare capolista nel PD e lui ricambia con tutto l’affetto e la dedizione di cui è capace: basi, uranio, AMX…

ci vuole davvero una faccia tostata nelle Accademie militari e nelle sacrestie. La sua.

Qualcuno vuole spiegarmi con argomenti intelligenti cosa se ne fa l’Italia di un ministro della difesa e, peggio, di una difesa? Qualcuno vuole spiegarmi con argomenti intelligenti cosa se ne fa la Sardegna di uno così? Quali interessi difenderà in Parlamento?


heather parisi fa il suo stesso lavoro


>gente non tutelata

comitati per l’ambiente… contro le basi… circoli culturali… circoli politici… associazioni… gruppi di consumo responsabile… cantieri sociali… pacifisti… collettivi di donne… comitati spontanei… persone…

Se queste persone, questi gruppi, accomunati da un’etica e una coscienza, sostengono una candidatura per le prossime elezioni, significa che gli riconoscono capacità rappresentativa, intelligenza politica, affidabilità…

Se questo candidato nella precedente legislatura risulta essere il più presente in Parlamento fra gli eletti in Sardegna, è evidentemente il più sensibile alle problematiche del territorio che rappresenta, il più infaticabile sostenitore delle istanze che vengono dal basso

Se tutto questo ha un valore politico, etico, umano… non si capisce come si possa correre il rischio che la formazione politica che nel programma rivendica proprio questi valori non lo voglia ricandidare. Dovrebbero esserne fieri. Dovrebbero considerarsi fortunati di poter sostenere la scelta di una così ampia, varia, importante aggregazione di elettori… molti dei quali non voterebbero altrimenti.

La formazione è la Sinistra Arcobaleno
il candidato è Mauro Bulgarelli
(qui per il suo sito)

Non volerlo ricandidare sarebbe uno stupido errore:

etico, calpestando la volontà di chi immagina un diverso modo di costruire la vita
politico, eliminando dal Parlamento una voce chiara e competente espressa da un territorio
tecnico, interrompendo un prezioso lavoro cominciato nella legislatura precedente
strategico, allontanando dal voto realtà responsabili e vive nell’azione sociale

per sostenerlo si è costituito spontaneamente il comitato Unità Dal Basso con un appello al quale ho dato la mia adesione

>nel blog di Paolo Maccioni ho trovato un video di bluigor divertente nella sua drammaticità
pare che sia tutto vero!! andate a vedere, dura solo 2 minuti