“Taliban, i trentadue precetti per le donne” compie 15 anni.

Per festeggiare l’Otto Marzo 2016, a tutte le donne che lo chiederanno entro questa settimana, contattandomi nella sezione del banner qui in alto (scrivimi), spedirò via mail il pdf del libro nel formato originale. Disponibile anche nella versione francese (tradotto da Ambre Murard) o inglese (tradotto da Jack Hirschman).     Buon 8 marzo a tutte.

Al link qui sotto si può leggerne il percorso:

notizie e storia del libro Taliban

foto di Fabiola Ledda

foto di Fabiola Ledda

Sono subissato di richeste… non pensavo… chiedo pazienza e cercherò di esaudire – Grazie a chi mi scrive –
alcune mi chiedono “quanto devono”… a me nulla – se proprio volete pagare, fate un’offerta al RAWA (http://www.rawa.org/), l’associazione delle donne rivoluzionarie dell’Afghanistan per le quali era stato scritto il libro (nella causale mettete: “from the book Taliban of Alberto Masala”).

Un grazie speciale alle bambine di una classe elementare di Milano che mi urlano in coro:”Grazie di aver scritto un libro per noi bambine!”. Mi hanno commosso molto (ho il cuore tenero) – naturalmente tutto era orchestrato dalla loro meravigliosa maestra che si chiama Angela…

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lettera a tutte

care amiche
in tante avete chiesto Taliban
e tantissime di voi mi hanno mandato messaggi graditi e anche commoventi

ora, scusandomi con chi l’ha già fatto e con tutte per l’invadenza (che non si ripeterà più… tranquille… non sono uno spammer), vi comunico che – LIBERAMENTE, senza obblighi, e solo chi ne ha voglia e possibilità – potete mandare al RAWA un’offerta (anche piccolissima, non importa…) che sarà molto importante per sostenere il movimento e far sentire a queste sorelle la vostra presenza e la vostra solidarietà.
In fondo, quel libretto che vi ho spedito serviva a questo.
Ripeto: senza obbligo e liberamente, e solo chi può e ne ha voglia…

il sito del RAWA è: http://www.rawa.org/index.php
c’è anche (in alto nel banner) la versione italiana (ma ho l’impressione che non funzioni da tempo e sia meglio rivolgersi al sito-madre originale…)

se farete un’offerta, mettete nella causale : “from the book Taliban of Alberto Masala”
vorrei che sapessero che questa operazione è ancora in piedi… e che noi esistiamo sempre

scusate per l’invio collettivo
un abbraccio affettuoso a tutte insieme
grazie
a.

 

esce per il Maestrale in libreria dai primi di febbraio

Alberto Masala
Geometrie di libertà terza scrittura

Grandi-Tascabili
€ 12.00 – 159 pagine

il libro contiene due nuovi dialoghi inediti con Alessandro Giammei e Marzia D’Amico (2012),  oltre a riproporre quelli con Antonio Barocci (2002) e Luca Panzavolta (1992). La prefazione è di Roberto Barbanti.
Immagine di copertina: Fabiola Ledda

 

«Dire che l’arte è morta non significa niente: l’arte muore nel momento in cui muore il bisogno di liberazione»

Ancora »

 

Paesaggi d’autore – racconti brevi scritti da Marcello Fois e da me.

Com’è andata: Marcello aveva il contratto per fare un lavoro su commissione e, molto impegnato come sempre, mi coinvolge chiedendo una mano per realizzarlo. Scrivo più di 30 racconti brevi, e, arrivato a un certo punto, Marcello mi ferma dicendo che avrebbe fatto lui gli altri. (Non so poi esattamente quanti e quali abbiano pubblicato). Così alla fine il libro risulta fatto insieme: una parte per ognuno (e lui fa a metà anche dei soldi).

Il libro esce, ma gli editori di un’etichetta istituzionale, molto approssimativi (e forse anche un po’ distratti… o in malafede?) si scordano (!) di mettere anche il mio nome a fianco di quello di Marcello Fois. Insomma, come Scajola e Fini, fanno una cosa a loro insaputa (ma ci devo credere?)… Peccato: l’operazione è condotta in modo superficiale, ma poteva essere anche un bel lavoro. Aspetto di vedere se me ne mandano almeno una copia.

Marcello tenta di recuperare in conferenza stampa, ma è troppo tardi: “Un lavoro creativo, originale, faticoso ma anche molto divertente – ha spiegato alla stampa Fois – Sostanzialmente con l’aiuto dello scrittore Alberto Masala ho costruito delle storie tenendo conto delle singole specificità delle regioni raccontate”.

il libro viene presentato così: Un’antologia di racconti ambientati nei luoghi dei grandi personaggi della letteratura, dell’arte, del cinema e della musica di sette Regioni italiane. Un taccuino di viaggio, una piccola guida sentimentale dedicata a tutti coloro che, più che turisti, si ritengono viaggiatori. (Edizioni Diabasis 2010).

Pubblico la copertina come dovrebbe essere, nel senso che con una magistrale operazione grafica ho aggiunto il mio nome fra gli autori rendendo giustizia a quella copertina.

Un libro è sempre un libro, perbacco!

Ho aspettato un tempo più che ragionevole, ma ad oggi, 14 aprile 2011, a cinque mesi dalla pubblicazione, non ho ricevuto né copie né alcuna notizia. Proprio una bella faccia tosta! Si ipotizza che l’editore ed il committente abbiano fatto finta di nulla per paura di dovermi pagare… Insomma: per vedere quel libro scritto da me dovrò comprarmelo.

intervista radiofonica sul libro
a cura di Serena Schiffini in

 

 

recensioni ad Alfabeto di strade

Marco Tarozzi su il Domani, ed. bolognese di la Stampa
Marcello Fois su La Nuova Sardegna
Daniele Barbieri su Piazza Grande
Daniele Barbieri su L’Unione Sarda
Matteo Chiavarone su Ghigliottina.it
Maria Luisa Vezzali su La Repubblica
Barbara Gozzi su: The Populi, – – Malicuvata, – – La Tela Sonora – – Agoravox
Giovanni Nuscis su La poesia e lo spirito

prima ristampa: ecco un’intervista di Cristiano Sanna Martini su Tiscali.it

Alfabeto di strade (e altre vite) a cura di Giancarlo Porcu è uscito per il Maestrale.
La prefazione è di Alberto Bertoni, la Nota all’edizione e sulle rime sarde è di Giancarlo Porcu.
La selezione, che offre un panorama sulla mia scrittura negli anni, è divisa in due sezioni e cinque parti:

LIBRETTI
un paio di libretti ormai introvabili. Fra tutti, quelli di sorte più fortunata, come Taliban, uscito anche in edizione statunitense e francese, o Nella casa del boia (In the executioner’s house), uscito finora solo negli USA. Ambedue hanno l’introduzione di Jack Hirschman.

ALFABETO DI STRADE
– la leggerezza [1987-1993, 12 testi] di venti o trent’anni fa… cercando coraggio.
– il ritmo [1985-2004, 12 testi] della poesia di strada, quando ancora rifiutavo la pubblicazione su carta… e si creda che non è facile per me vedere linearizzato ciò che è stato concepito come canto, voce, fino alla percussione… ho davvero compiuto uno sforzo di coercizione.
– il condominio [8 testi], un dialogo infinito colto allo stato attuale: il più facile da scegliere perché evidentemente generato già nella stesura cartacea.
a tenore [9 testi], canti in sardo, prevalentemente d’occasione, che nella loro forma tradizionale mostrano quale sia la mia vera formazione prescolastica: la grande eredità della poesia sarda cantata, quella che rende conto immediatamente ai propri ascoltatori, e nella quale sono stato allevato naturalmente fin da bambino: infatti è il sardo la mia prima lingua.

C’è anche una Nota dell’autore da cui riporto uno stralcio:

Dovevo scegliere. E, malgrado me stesso, ho scelto. Queste poesie e non altre… anzi, più che scelto, ho lasciato che sopravvivessero al loro naturale e congenito superamento. Un gesto che rasenta la generosità, dato che non insisto nell’amare ad oltranza ciò che scrivo.
Senza zappa sui piedi: ho serena consapevolezza che la scrittura, almeno la mia, sia una propaggine, un sunto di esistenza… di esistenze, che velocemente sa distaccarsi dalle miserie del corpo che l’ha provocata. Non ne soffro: sono fermamente convinto che l’unica cosa buona sia quella che ancora non ho scritto. E cerco di conservare questa tensione che forse mi permetterà di continuare a cercare finché vivo. Non rinnego niente, ma sono già oltre da subito: la santificazione appartiene a coloro che fanno della poesia una forma di realizzazione o di rappresentazione. Io ne faccio necessità e strumento per praticare autonomia interiore, coltivarne la tensione, poterla testimoniare, e non essere punito per questo.
Penso che le fasi della poesia siano quattro, e non abbiano necessariamente una corrispondenza anagrafica: l’infanzia, in cui ci entusiasmiamo ricopiandone i colori; l’adolescenza, in cui dobbiamo affermare l’essere siglando le nostre tags sull’anima; la maturità, in cui la forma ci incanta. La più pericolosa, quella che agita lo spettro della fama… e sappiamo bene che la fama è un cecchino che tira sul narciso, un terreno dove i più cadono e ne muoiono annoiandoci con la loro morte; e finalmente l’oltre, l’età della scrittura senza età, quella che non può parlare in nostro nome. È a questa che ci rivolgiamo, in questa possiamo celebrare la festa dell’alleggerimento dall’io, dove i poeti che ci hanno preceduti ci stanno già osservando.

Ho riscritto Le ceneri di Gramsci per fare un resoconto a Pasolini con uno sguardo attuale.

Non mi paragono né mi sostituisco a lui.
Ho soltanto ricalcato il suo poema utilizzandone la struttura metrica e ritmica, citando anche, ma non tanto… perché la scrittura mi ha preso la mano.

È il mio punto di vista, oggi, a 53 anni dalle Ceneri di Gramsci.

Non mi preoccupa l’approvazione o la disapprovazione, il consenso o il dissenso, che susciterà questo scritto.

Spero invece che serva almeno da stimolo per leggere, o rileggere, uno dei testi poetici più significativi di Pier Paolo Pasolini.

scarica

Le ceneri di Gramsci
di Pier Paolo Pasolini

 


un contratto editoriale mi vincola a non poter più fornire il mio testo
Non è la nostra aria“… ma se vuoi contattarmi…

per leggere lo scritto di Francesca Falchi (che ringrazio…) scarica Soliana n.2 – febbraio 2008

(aprile 2001)
avevo letto dei divieti sulle donne afghane
la cosa mi ha toccato molto
come sostenerle?
faccio un libro – lo porto in concerto – vendo il libro – mando i soldi
e intanto la questione circola, si diffonde…

ITALIA
esce Taliban vende più di 700 copie in un mese e mezzo

USA
cadono le torri gemelle
Taliban va negli USA con traduzione di Jack Hirschman e Raffaella Marzano
grazie al grande lavoro di Jack e l’aiuto di Ferlinghetti, si vendono tutti (non so quanti)
il testo viene sceneggiato in radio

AFGHANISTAN
le donne aghane del RAWA cominciano a ricevere un po’ di soldi
un giorno arriva una telefonata
era una signora (Mahmuda) che aveva rintracciato l’indirizzo tramite City Lights
mi ringrazia e dice che per l’8 marzo le donne avrebbero letto i miei testi in pubblico nel campo profughi di Quetta in Pakistan – questo, come si può intuire, mi commuove profondamente e mi emoziona.


un contratto editoriale mi vincola al non poter più fornire qui il testo di TALIBAN italiano come ho sempre fatto in precedenza
contattami per averne un estratto…

la foto di copertina è di Fabiola Ledda: Mostar, la pulizia etnica sulle donne musulmane in Bosnia.

edizioni ETL – ISBN 88-900770-0-x

 

 

 

FRANCIA (2003)

Taliban, tradotto da Ambre Murard con postfazione di Serge Pey, esce per le éditions-n&b con una copertina hard di pessimo gusto

non so quante copie abbia venduto e se l’editore stia mandando soldi alle donne… ma credo sia un gioco sporco, visto che non manda notizie né danaro…

– viene messo in scena in recital (a Limoges)

ISSN 1275-224X – ISBN 2-911241-30-4
Parution : 2003 – Prix : 11

télécharger TALIBAN en français

 

 

ITALIA/USA (2007)

grazie a suoninversi e Thanitart esce la seconda edizione in occasione delle mie letture di luglio 2007 a San Francisco (info)

download TALIBAN USA

 

 

 

Marie-José Hoyet – Pagine
Massimiliano Salvatori – Piazza Grande
Silvana Fracasso – Carta
Giancarlo Porcu – La grotta della vipera
Il Secolo XIX
Silvia Tessitore – Rubicondor On Line
Roberto Dall’Olio – Terra di nessuno
Elisabetta Marino – Boca Raton Paper
le libraire.com

 

USA (2014)

Taliban non finisce mai… mentre ero sotto la doccia suona il corriere con i pacchi delle copie del libro appena ristampato negli USA da Marimbo. I libri erano imballati con una copia accartocciata del 31 dicembre 2013 del San Francisco Chronicle and Bay Area, così posso anche leggermi un po’ di notizie da laggiù…

nel retro c’è scritto:

  “To give voice to words is of Sardinian essence. And Masala has always allowed that essence to be essential to the way he looks at life and expresses himself. Thus, combining Sardinian esprit, Italian bril­liance and a culturally political awareness at home and abroad, it’s little wonder he should have chosen to engage the situation involving the Taliban. The prohibitions that precede each of the 32 short poems read like a litany of horrible decrees. The poems which follow each prohibition are almost dialectic responses to the decrees, whether in fear of them, or submission or resistance to them.”
–  Jack Hirschman from the Introduction


TALIBAN, The 32 Precepts for the Women

translated by Jack Hirschman with Raffaella Marzano

ISBN 1-930903-78-2,   978-1-930903-78-4
$
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intervento dalla raccolta di brevi saggi Poesia a Bologna
a cura di Giancarlo Sissa

 

Gallo&Calzati, Bologna 2004
ISBN 88-88379-27-4)

 

download qui del mio testo

 

e intanto, dato che, come dice Patrizia, non sempre ricordano

Patrizia Vicinelli – 1989

manifesto per il tavolo poetico del social forum di bologna
manifeste pour la table poétique du social forum de bologne
manifiesto por la mesa poética del social forum de boloña
manifest per la taula poètica del bologna social forum

italiano – français – castellano – català

 

 

il maqam, parola araba, è una struttura musicale, ma anche un concetto: indica le prove, gli ostacoli, i passaggi iniziatici che il pellegrino incontra nel cammino verso la Mecca, ma, in un senso più esteso, quello in cui io stesso l’ho voluto usare, verso la purificazione, l’unità armonica dell’essere fisico e metafisico.
Non ho trovato una parola che fosse più sintetica ed espressiva

Questo testo si ispira – in maniera ideale – alla struttura improvvisativa del maqam. Basato su due ritmi alternati ed un ritmo finale risolutivo, incrocia delle domande in francese e delle risposte in sardo, ma può essere combinato anche con altre lingue.

qui la versione originale del testo in francese/sardo insieme alle traduzioni complete in sardo, catalano, italiano: testo maqam

e, da ascoltare, in francese /italiano con la mia voce e le musiche di Terroritmo – è disponibile anche il download

Sul Maqam come “contro/rappresentazione della modernità”, vedi invece un bell’articolo di Iain Chambers – di cui cito un passaggio:

“l’arte rappresenta il rifiuto incessante a porre una fine e dunque ad accettare lo stato presente delle cose; in ultima analisi, resta non inquadrabile, e dunque senza forma o dimora fissa. Nel suo rifiuto del suolo, della proprietà e delle convenzioni sociali, l’arte è sempre in divenire verso un altrove incerto. L’arte non trionfa sulle ragioni della modernità, piuttosto le attraversa, asserendo un altro spazio, nel complesso più ambiguo, in cui la domanda del desiderio di finalità è sospesa. In questo risiedono la sua autonomia e la sua politica”.