ricevo da Bonaventura Durruti e pubblico volentieri
I sardi non amano la loro terra

Prendo in prestito il titolo di questo post da una articolo del “Gruppo di intervento giuridico”, relativo ad uno scandaloso albergo a La Caletta di Carloforte, costruito a pochi metri dal mare e in attesa di ultimazione. La lezione che si può trarre è semplice:

Il “turismo made in Sardinia” è una filosofia che, nel mondo, pochi oserebbero invidiare: infatti, riesce ad eliminare lentamente la primaria fonte di attrazione turistica, coprendola di cemento, per ottenere vantaggi minimi per la popolazione locale. Insomma, noi sardi non siamo dei grandi economisti, con il massimo sforzo (ossia con la distruzione dei beni paesaggistici e culturali) riusciamo ad ottenere il minimo risultato (la Sardegna continua ad essere una delle regioni italiane con il più alto tasso di disoccupazione e le occupazioni legate al turismo sono, essenzialmente, stagionali). E, cosa veramente singolare, nonostante le pezze ai pantaloni, continuiamo a pensare che il “turismo made in Sardinia” devastatore di ambiente e dignità, sia un prodotto valido anche per il futuro. 

(Gruppo di Intervento Giuridico)

Cronaca di una speculazione edilizia annunciata, Malfatano e Tuerredda (approfondimenti sulla speculazione)

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Il 4 ottobre del 2004 ho lanciato un appello agli intellettuali a sostegno della lotta dei pescatori di Capo Teulada. Sono passati due anni dall’appello, ma la situazione dei pescatori non è cambiata. A Teulada ancora si gioca alla guerra. In compenso peggiorano gli effetti di quella che viene chiamata la Sindrome di Quirra, cioè i casi di tumore fra le popolazioni intorno alle basi. Questo nonostante le smentite dei politici, da noi fortemente sospettati di mentire. Primo fra tutti il poco onorevole Cicu (di forza italia), ex-sottosegretario alla difesa. Cosa c’è dietro, oltre la storica sudditanza agli USA, in questo caso pagata dai Sardi che subiscono l’80% delle attività di servitù militari italiane? Ma il BUSINESS perbacco! Infatti proprio in Quirra, regione del sud-est della Sardegna intorno a Perdas-de-fogu, c’è il più grande supermarket delle armi in Europa. Lì, per soddisfare i probabili acquirenti, si sperimentano gli esplosivi di ‘nuova’ concezione. Come per esempio quelle bombe all’uranio impoverito lanciate sulla Bosnia…
Tanto per non far cadere la questione, leggete quello che la giornalista Sara Dellabella ha scritto in un servizio su rivist@onlinecon quattro interessanti articoli. Se poi magari volete anche fare qualcosa contro le basi…

UNA SANA TRADIZIONEIn Sardegna i pozzi sacri sono altari che rappresentano la vagina della Dea Madre. L’ordalìa è un’antichissima usanza sacra: in caso di affermazioni dubbie, si invitano le persone a discendere e giurare stando immerse nell’acqua. Chi mente viene punito dalla Dea. Bene, se qualcuno avesse mentito sulle esercitazioni, gli esperimenti e gli effetti dell’uranio impoverito, gli auguro di poter subire gli stessi effetti sulla propria lingua.


Le immagini in alto sono tratte da uno spudorato sito di propaganda dell’aviazione. Quelle in mezzo
da PICCOLA PESCA, il bellissimo documentario di Enrico Pitzianti sulla lotta dei pescatori. Quelle più in basso sono del pozzo sacro di Paulilàtino (da internet).