manifesti Cave

Capita raramente di incontrare un vero poeta e  la cosa mi sorprende sempre allo stesso modo: mi sento come uno che ascolta una poesia per la prima volta e vengo investito da un entusiasmo irrefrenabile.
Raúl Zurita, grande poeta cileno, mi ha fatto questo effetto. L’ho incontrato a Toulouse l’altro giorno e sono tornato a casa entusiasta. Ho voglia di portarlo in Italia.
Cosa difficilissima, ma spero di riuscire nell’impresa… in questo paese dove la poesia è sempre più confinata in territori pesanti e noiosi, quasi sempre auto-prodotta, auto-promossa, auto-proclamata… e, per questo, ovviamente, non-interessa, non-vende, non-produce-danaro nemmeno per sostentarsi e sopravvivere da sola. Come un ex-adolescente che non vuole lasciare la casa dei genitori, e vive ancora della paghetta della vecchia mamma.

Comunque, eccolo qui – e più sotto una poesia che mi ha mandato per mail ed ho tradotto subito – bella, ma nemmeno l’ombra dei canti che mi hanno scosso il cuore dal vivo – spero davvero di tradurlo in Italia – un piccolo assaggio per voi.
Zurita

A RODRIGO MARQUET
En Memoria

Tu cara Rodrigo Marquet, la cara más hermosa
que han visto mis ojos:
elegantísimo, camisa verde de seda, corbata gris,
chaqueta también de seda.
Así te vistió tu hermano Teo, Pablo, para la
última pose, para mi última mirada,
.                                                                tus ojos
de flores entreabiertas.
Y yo trataba de besarte sobre el cristal y era como
si tú también trataras
y un rouge imaginario se me pegaba al vidrio
y mis lágrimas y mi saliva se iban quedando
encima, pegajosos,
igual que aguadas de nubes sobre la mirilla.
Nunca se publicaron tus poemas
y acerca de los detalles técnicos: suicidio,
accidente, qué se sabe del último minuto.
Trataba de besarte en la boca y el rouge se me
Iba quedando pegado al cristal
y era como si tú, sonriendo, abrieras tus labios
diciéndome bien, está bien, besémonos.
En cuanto a si habrías estado o no en la noche
de las banderas,
tampoco son cosas fáciles de responder;
tú de bruces
sin amor, en un cuarto pequeño dos meses antes.

Y sobre tus poemas: me importaban más tus labios
y la dureza del vidrio,
tú sabes; todos los poetas somos amantes e inéditos.

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A RODRIGO MARQUET
In Memoria

Il tuo viso, il volto più bello
che hanno visto i miei occhi:
elegantissimo, camicia verde di seta, cravatta grigia,
anche la giacca di seta.
Così ti vestì tuo fratello Teo, Pablo, per la
ultima posa, per il mio ultimo sguardo,
                                                               i tuoi occhi
di fiori socchiusi.
E io cercavo di baciarti sul cristallo ed era come
se anche tu lo cercassi
e un rossetto immaginario mi si attaccava al vetro
e le mie lacrime e la mia saliva vi cadevano
sopra, appiccicose,
come nuvole d’acqua sull’obbiettivo.
Non si pubblicarono mai le tue poesie
e circa i dettagli tecnici: suicidio,
incidente, ciò che si sa dell’ultimo minuto.
Cercavo di baciarti sulla bocca e il rossetto se ne
andava restando attaccato al cristallo
ed era come se tu, sorridendo, aprissi le labbra
dicendomi: bene, va bene, baciamoci.
Quanto al fatto che tu ci fossi o no nella notte
delle bandiere,
nemmeno a questo è facile rispondere;
tu a testa bassa
senza amore, in una piccola stanza due mesi prima.

E quanto alle tue poesie: m’importavano di più le tue labbra
e la durezza del vetro,
lo sai; tutti noi poeti siamo amanti e inediti.

traduzione Alberto Masala