07. Febbraio 2011 · Commenti disabilitati su un colpo al cerchio ed un colpetto alla botte · Categorie:blog news, di Sardegna, nel sociale · Tag:, , , , , ,

La situazione è paradossale. Questi fogli locali, abbandonati alla loro sorte qualunque ne sia la proprietà, non cambiano nei decenni. Lì infatti intellettuali di spessore e buone firme del giornalismo, oneste e serie, possono agevolmente sedere nel box confinante a quello che contiene cialtroni incapaci o, peggio, in malafede… Tutti amorevolmente nella stessa testata. Ma è la storia dei fogli di provincia e non solo… bisogna rassegnarsi. Ma non per questo tacere.

Ho vissuto gli anni dell’Università a Sassari, questa oscura città di massoni e savoiardi, il luogo di Segni, Cossiga, Parisi e Berlinguer… ma non sono mai riuscito ad abituarmi alla sua condizione di totale e incontrollabile schizofrenia, e, in esemplare e coerente riflesso, anche del suo giornale storico: la Nuova Sardegna.

Oggi infatti ho letto un titolo commovente nella sua becera immobilità: da cinquant’anni la Nuova li ripropone fedelmente come solo i cari vecchi giornaletti di casa sanno fare.
Evidente come l’ottusa Musa ispiratrice sieda nella Questura. L’unico luogo dove il cronista pesca i suoi pezzi e ne sposa acriticamente le versioni. Mi chiedo se a questi poliziotti giornalisti vengano anche correttamente versati i contributi di categoria o se a quei giornalisti poliziotti spettino le gratificazioni dovute dal Ministero dell’Interno ai suoi fedeli dipendenti.

Sassari è una città triste. Lo pensavo quando ne frequentavo l’Università, e continuo a pensarlo ora. Infatti, se non fosse così, non si sarebbe mai potuto vedere un titolo tanto contraddittorio e servile come quello che oggi incornicia l’articolo che qui linko:

Di che si tratta? Quale bene comune è stato offeso? Quale proprietà civica è stata violata? Semplice: un prezioso cartello indicatore della E.On è stato coperto di catrame presumibilmente col lancio di un barattolo. Un orribile delitto, una violazione imperdonabile certamente commessa da uno o più delinquenti da cercare fra quei cittadini che forse si sono sentiti violentati dalla marea nera di tonnellate di catrame che la E.On ha legittimamente riversato su 180 Km. di costa. Dal Parco naturale dell’Asinara alla Pelosa di Stintino, dalle spiagge di Platamona e Marritza alle rocce di Capo Testa, passando per quella regione intorno a Porto Torres la cui popolazione, fra disastri ambientali e disoccupazione, ormai si consuma nella rabbia, rassegnazione ed attesa senza speranze.

Insomma: Vandali contro E.On è un titolo! Il titolo di un articolo su un giornale quotidiano! Una banda criminale ha lanciato un barattolo di catrame sopra un cartello privato! (Attenzione: non ho mai visto titoli simili sull’intera cartellonistica pubblica di tutto il centro Sardegna che, storicamente, è crivellata di colpi d’arma da fuoco).
Anzi, è la vile metà di un titolo la cui altra parte è un colpo alla botte buonista che purtroppo, collocata lì, risuona di tragico vuoto: l’eco-appello di Michela Murgia.

Sono uno che rispetta la legge e chiede che venga rispettata da tutti. Chiedo giustizia uguale per tutti. Pretendo che, quando questi vandali verranno catturati, la pena sia commisurata al delitto. Propongo che si proceda pesando letteralmente ed equamente l’oggetto del reato. E che ogni Euro di pena o ogni giorno di condanna inflitto a questi criminali che hanno sporcato l’insegna venga altresì inflitto, MISURANDOLO A PESO, ai responsabili della E.On.

Il conto è presto fatto: hanno lanciato un chilo di catrame? Un giorno di carcere e 1000 euro di multa. La E.On ha sparso una tonnellata? 1000 giorni di carcere e 1.000.000 di Euro di multa.

Cara Nuova Sardegna, questa sarebbe giustizia… intanto tu continui a coprirti di tonnellate di merda per la viltà che da sempre esprimi… e riesci perfino a lanciartela addosso senza che nessuno te lo imponga…

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