>Sono passati cinque anni dalle tre giornate del luglio 2001 che hanno segnato così profondamente la storia di molte e molti di noi.

Cinque anni durante i quali Genova è ritornata sotto molte forme. Nel ricordo e nell’impegno di quanti non hanno voluto cedere all’intimidazione e nella repressione messa in atto da uno stato che si vergogna sempre meno di dichiararsi per quello che è – strumento per l’esercizio di potere – nelle mani di pochi – a discapito di molti.

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4 commenti

  1. Alberto Masala

    >E no! qui rispondo….

    sorry
    my blog is not in spanish, it’s in italian because i’m living there.
    And, how I understand french, spanish, portugues, catalan, italian, and all the sardinian languages… (and i can manage also in english too)… it’s not my problem if the people speaks only english… maybe it’s a problem of them…
    I’M MEDITERRANEAN… you know?

  2. Arturo Bandini

    >E proferisci una replica plausibile:risultando estremamente ostensibili le ripercussioni nefande ingenerate da qualsivoglia identita stanzializzata,non si può concepire l’identità che incentrandola sul sapere deterritorializzato in un piano semiotico trasversale ed interrelativo.Viviamo in un paesaggio Migratorio.

  3. Alberto Masala

    >caro arturo,
    ciò che dici si potrebbe dire in maniera molto più semplice e sintetica.
    credo che l’uso delle parole semplificate (non semplicistiche) trasporti una complessità preziosa per il pensiero ed utile per la comunicazione. Chi parla ‘difficile’ o in maniera retorica ha un astio latente ed un disprezzo per l’umanità da dover esternare. Chi parla così non vive bene.
    Per darti un segnale di pace e farti capire che non mi sento preso per il culo, provo a tradurre (ma è l’ultima volta che mi costringi a farlo):

    “Rispondi dunque: non stare fermo, il mondo è complesso e tu appartieni alla complessità. Viviamo in un paesaggio di mutazioni territoriali ed interiori.”

  4. Michele(Arturo)

    >Sono molto spiacente che tu abbia travisato e voglio spiegarti perchè lo ritengo:
    enfatizzi un vezzo espressivo di poco conto da cui non credo possa trapelare una personalità che vivo in massima empatia con coloro che mi attorniano e con cui interagisco,conducendo piacevolmente percorsi esistenziali di cui esprimo la complessità e molteplicità in tutte le forme che mi si addicono,senza livore ma solo con la congrua indignazione per tutte le omologazioni e i dettami oppressivi.
    Voglio ricambiare il gesto di pace integrandolo ad uno di sincera stima.

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