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su situ de sos KENZE NEKE, kin biografia, imazines e fotos vetzas e de su cuncertu ‘e Solarussa, su 19 de austu.

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il sito dei KENZE NEKE, biografia, vecchie foto, e il concerto di Solarussa, che ha segnato il ritorno del gruppo, il 19 di agosto.

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a ateros annos menzus

www.kenzeneke.com

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FUORI LA BANDIERA CONTRO LA REPRESSIONE!

Il Comitato 11 Luglio costituito dopo gli arresti dei dieci militanti di a Manca pro s’Indipendentzia, a seguito del divieto imposto ad uno dei reclusi di tenere in cella la bandiera dei quattro mori si domanda:

PERCHE’ TALE DIVIETO?

Essa è il simbolo del popolo sardo e della nostra terra in questo caso viene invece considerato alla stregua di un simbolo eversivo!
Il comitato intende sensibilizzare tutti proponendo di esporre la bandiera dei quattro mori fuori dalle finestre in segno di solidarietà e per manifestare pubblicamente l’orgoglio per la propria appartenenza

FUORI LE NOSTRE BANDIERE !!!

Per adesioni contattare il seguente numero: 3497817180

11 Novembre 2006 Casteddu: Manifestazione!

26 Ottobre, e 9 Novembre 2006, dalle 18 alle 20, Sassari: Il Comitato 11 Luglio sarà presente in p.zza Castello con un banchetto informativo e di sensibilizzazione sulla incostituzionalità della legislazione vigente in materia di reati associativi e di pensiero, art. 270 e seguenti.

Contro la violenza della repressione per la libertà!

info: comitato 11 luglio

>ricevo e pubblico il comunicato che segue.
Ma approfitto per ricordare il ‘duro’ (uso un dolce eufemismo) rapporto dell’Italia con la Sardegna, caduta, ahimé, nelle sue avide spire un paio di secoli fa.

Ebbene, da circa duecento anni l’Italia ha agito come la Turchia con i Curdi o la Russia con i Ceceni. La sanguinosa colonizzazione è arrivata con due leggi pesanti: divieto delle lingue (abolita solo recentemente su pressione della Comunità Europea) e creazione della proprietà privata delle terre per originare una borghesia agraria che reggesse il sistema.
E sempre repressione, carceri, basi militari… pensate che a Nuoro c’è una divisa ogni otto abitanti. Infine il turismo… “quel turismo” che è riuscito persino a cambiare la toponomastica dei luoghi. La storia è lunga e costellata di morti e di ingiustizia.
La colpa dei sardi? essere sardi in un isolamento intellettuale e politico che viene indiscriminatamente da tutte le componenti, da destra a sinistra.
Normalmente gli intellettuali, gli artisti, tutti coloro che dovrebbero avere una relazione immediata ed abituale con le questioni etiche, in Italia come in Sardegna tacciono infastiditi o ne sorridono con sufficienza, portando la responsabilità colpevole di una complicità con i sistemi repressivi. La criminalizzazione di un popolo, la sua espropriazione culturale e materiale, è un percorso tipico di ogni colonizzazione. Cercare di resistere, soprattutto culturalmente, è un crimine. Questo, a mio parere, appare il caso dei dieci arrestati in base ad un TEOREMA di cui finora non si conoscono elementi concreti. Chiediamo di saperne di più.

ECCO IL COMUNICATO

11 luglio, Sassari trema. Alle cinque del mattino gli elicotteri della polizia prendono d’assalto la città, decine di uomini delle forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa fanno irruzione a casa di 55 militanti dell’organizzazione “a Manca pro s’Indipendentzia”. Il bilancio dell’operazione “Arcadia” è di dieci arresti: Emanuela Sanna, Pier Franco Devias, Marco Delussu, Marco Peltz, Salvatore Secchi, Roberto Loi, Bruno Bellomonte, Stefania Bonu, Alessandro Sconamila e Massimiliano Nappi. Accusati di associazione sovversiva con finalità di terrorismo. Tutti appartenenti secondo gli inquirenti a due formazioni terroristiche: Npc (Nuclei proletari per il comunismo) e Oir (Organizatzione indipendentista rivolutzionaria). Gruppi armati, secondo l’inchiesta, che si sarebbero resi responsabili, negli ultimi quattro anni, di almeno trenta fra attentati dinamitardi e azioni dimostrative. Passa un mese, passano due mesi, Bruno Bellomonte viene scarcerato perché la macchina delle intercettazioni s’inceppa. Bellomonte, al tempo di un’intercettazione effettuata a Sassari, si trovava in Tunisia. Mentre per Massimiliano Nappi, Stefania Bonu e Alessandro Sconamila, il Tribunale del riesame decide di tradurre la carcerazione preventiva in arresti domiciliari. Chi conosce i ragazzi di “a Manca” trova davvero improbabile l’ipotesi del pm De Angelis, che vedrebbe nei militanti dell’organizzazione dei pericolosi criminali che hanno attentato all’incolumità delle persone in varie occasioni.

Naturalmente la giustizia deve fare il suo corso e riponiamo nelle istituzioni fiducia perché la verità prevalga. Ma chiediamo anche che l’inchiesta sia veloce e si arrivi presto al processo, come del resto dovrebbe essere in tutti i casi nei quali ci sono detenzioni preventive, tanto più che le accuse risalgono a fatti accaduti oltre 18 mesi fa. Non esiste certo la possibilità di inquinamento delle prove. Né il pericolo di reiterazione del reato. Anche il trasferimento improvviso (del 23 ottobre) di Salvatore Sechi dal carcere cagliaritano del Buoncammino a quello di massima sicurezza di Parma appare poco comprensibile per il momento in cui avviene.

CHIEDIAMO DUNQUE CHE SU QUESTA INCHIESTA NON CALI IL SILENZIO.

sito del comitato 11 luglio

per sottoscrivere o dare solidarietà

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ecco il comunicato/petizione della RETE LILLIPUT per opporsi alla svendita delle aree minerarie sarde


è importante aderire e mobilitarsi per una Sardegna non più colonia turistica, industriale, penale, militare


SCARICA IL COMUNICATO

DAI QUI LA TUA ADESIONE

Italian Billionaire Renato Soru


Da Sandro Martis ricevo una lettera che dice:
Soru ha messo in vendita Naracauli. Per farci alberghi, centri benessere, campi da golf. Tra quelle miniere abbandonate e quei bellissimi ruderi risuonano ancora i colpi di piccone dei nostri nonni. Mi sconforta pensare che diverranno saune per miliardari.
Soru sta scherzando e crede che la beviamo… Che interesse abbiamo a risanare un’area di enorme valore storico-ambientale per poi consegnarla a un miliardario ed i suoi pochi amici? Perché questo regalo? Perché non possiamo godere di un bene che ci appartiene e “ancora risuona dei colpi di piccone dei nostri nonni?” Quali umiliazioni ci aspettano dopo la cosiddetta Costa Smeralda? Che nomi daranno alla nostra prossima servitù? L’elemosina di un milionario, ammesso che paghi, è lo sviluppo sostenibile che ci emanciperà dalla nostra cultura millenaria? Etica? Cultura? Manca solo che ci riporti i Savoia!

Masua, Monti Agruxau, Ingurtosu, Pitzinurri e Naracauli


Anche a me viene da piangere.

E poi… come se non bastasse, i maledetti campi da golf !!!
Rifiutati da tutti, condannati dall’UE (sentenza contro l’Austria del 29/1/04, Corte di Giustizia Europea, Sez.II), altamente inquinanti (in un anno un campo “mangia” da 750 a 1500 kg di fitofarmaci, diserbanti, pesticidi) ed ogni 24 ore si “beve” 2.000 metri cubi d’acqua, ovvero il consumo di un paese da 9.000 persone. Per far giocare quattro ricchi spensierati.

Intanto si convoca il Forum mondiale sull’acqua, principale problema del pianeta, patologico in Sardegna. Recentemente a Sassari abbiamo girato disperatamente per far fare la pipì a due bambine… perché? I bar della città erano da due giorni senz’acqua.

Quanto costa un campo da golf?


L’investimento si aggira intorno ai 10-12 miliardi di lire. Si stima che venga recuperato in 42 anni. E la gestione non copre le spese: almeno trecentomila euro l’anno. Chi paga?
Cosa si può fare per aiutare questi poveretti? Laspeculazione edilizia perbacco! Perché non ci avevamo pensato? Il fallimento di Is Molas non ci ha insegnato niente. Chiediamo un parere ai 6.500 creditori, tra loro panettieri e artigiani, che attendono pagamenti arretrati. Andiamo ad intervistare il proprietario del golf di Stintino. Forse è ancora in galera per bancarotta fraudolenta, truffa e frode fiscale.

Signor Presidente, mi ascolti: è un gioco pericoloso… i campi da golf, specie in Italia, confinano quasi sempre con la speculazione, la truffa, e la galera…

Basta. Per informazioni più approfondite e precise rimando alla stessa fonte da cui ho attinto. Una fonte fresca e senza pesticidi: la ricerca di Andrea Atzori e quest’altro sito antigolf.

Insomma, Presidente, inquinamento, privatizzazione becera ed improduttiva, speculazioni, regali ai miliardari. Peggio non poteva pensare. Ma andiamo per logica ed eliminiamo i dubbi:
Non posso credere che abbia debiti personali con loro. Non userebbe il bene pubblico per saldarli. Non penso che voglia entrare nel Club dei Parvenus. Troppo intelligente per mescolarsi con certa gente. Comunque tolga subito queste ombre dalla sua luminosa figura. Restano gli interessi privati, ma non ci crederò mai: Lei è
sardo, non di Arcore!
A scanso di guai propongo che, come per malasanità o errori giudiziari, d’ora in poi siano gli stessi firmatari della delibera a RISPONDERE ECONOMICAMENTE e PENALMENTE di eventuali disastri. Accetta
queste condizioni?
Assuma nobilmente le responsabilità e non le lasci in eredità ai nostri discendenti. Si distingua dai politici che l’hanno preceduta. Confermi che non è un padrone ma un rappresentante del popolo, dell’interesse collettivo. O sarà la sua intelligenza politica a non risplendere.

Una volta, durante una discussione, un’amica uscì sbattendo la porta. Un’ora dopo ricomparve e disse: “E sappiate che se mi faccio un’opinione è perché so di poterla cambiare”. Le chiediamo di avere la stessa dignità: cambi opinione e aumenterà nella nostra stima.


buon lavoro

Alberto Masala