“E’ in atto una campagna d’odio contro di me, il fascismo e l’Italia.”

(Benito Mussolini, 1932)

“Gli ebrei alimentano una campagna d’odio internazionale contro il governo. Gli ebrei di tutto il mondo sappiano: questo governo non è sospeso nel vuoto, ma rappresenta il popolo tedesco.”

(Adolf Hitler, 1933)

“Abbiamo ricordato agli italiani la campagna di odio e di disprezzo contro Berlusconi che ha innescato una serie di reazioni a catena che hanno portato al gesto di Tartaglia, alla sua esaltazione su Facebook da parte di migliaia di estremisti”.

(Cicchitto 2009)
come il Ku Klux Klan

L’uso del crocefisso, come ci ricorda la storia, è quello di un potere basato sull’arroganza, la violenza e la sopraffazione.

Militarizzato da Costantino, vessillo delle conquiste dei Crociati, simulacro delle torture e i roghi dell’Inquisizione, impugnato nelle scorribande dei conquistadores, paravento delle ricchezze e del potere vaticano fino allo IOR di Marcinkus, brandito dalle dittature più sanguinarie in America Latina, simbolo delle “battaglie cristiane” di tutti i tempi, oggi si vorrebbe che, con questo retaggio, permanesse ancora nei luoghi pubblici e nella scuola.
Un simbolo che gronda sangue e rappresenta l’ingiustizia prima di riuscire ad assumere quella legittima parvenza spirituale che viene negata ed impedita dai suoi stessi utilizzatori finali.Stessi metodi e stesso linguaggio di chi circa 2000 anni fa ha invocato urlando il Crucifige. Sono queste le radici cristiane dell’Europa? Non le nostre di certo. E in tutto ciò Cristo non c’entra di sicuro.

(clicca sulle foto per ingrandire)

Riporto qui il comunicato stampa dello UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) sugli sviluppi in Italia dopo la sentenza dell’Unione Europea.

Gli atei italiani denunciano numerosi episodi persecutori e intimidatori giunti al loro indirizzo dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sull’illegittimità del crocifisso in classe. Tre croci, accompagnate dalla scritta «Cristo», sono state dipinte sulla recinzione della casa della famiglia promotrice dell’azione legale. L’Uaar ha ricevuto messaggi minatori e insulti via mail. Il gruppo Facebook Se stacchi il crocifisso ti stacco le mani ha raggiunto i quindicimila adepti. Crocifissi sono stati appesi sulla porta della sede Uaar di Treviso, insieme alla scritta: «la vostra ragione non cancellerà la nostra tradizione». E ieri, davanti alla sede del partito radicale romano, è esplosa una bomba carta. Come firma, di nuovo un crocifisso. (continua a leggere)

Ricordate il recente battage sui “terroristi” intrapreso insieme dal ministro di polizia e polizia del ministro con una stampa totalmente embedded (cioè complice)che accettava ed amplificava le loro “indiscutibili” versioni?
Non so niente di quell’affare, ma mi colpì particolarmente il clamore sull’arresto di Bruno Bellomonte. Infatti sospettai subito di una bufala dato che lui era già stato oggetto di una medesima (bufala) nei fatti (anch’essi sgonfiati) dell’11 luglio di tre anni fa a Sassari. La clamorosa bufala Arcadia.

Ancora »

Sono usciti dalla volante con le pistole in mano.
Hanno detto “forza stronzetti, frocetti, fatevi sotto”.
Hanno sparato al torace, distendendo il braccio, e prendendo la mira.
Hanno ucciso un ragazzo di 15 anni.
Si sono girati e sono andati via.

qui si possono leggere i racconti di sei testimoni oculari dell’uccisione riportati dall’emittente greca MEGA TV e tradotti in italiano sul sito del corriere della sera

un piccolo commento

Chi ha avuto il coraggio di raccontare le cose in questo modo? Pochi, pochissimi…

Cari giornalisti italiani,
la vostra responsabilità è ancora una volta enorme.

Mai che si indaghi davvero… versioni poliziesche accreditate senza discussione… falsità…
Per esempio: non era in atto nessuna manifestazione. Quei fascisti di poliziotti, così simili ai nostri, sono scesi dalla macchina ed hanno semplicemente sparato come può fare solo un vero assassino. Anche qui da noi è successo. Tante volte.
Chi avesse dimenticato o non capisse cosa voglio dire, vada a vedere nei titoli e gli articoli degli ultimi quarant’anni le prime versioni accreditate sui giornali. Da piazza Fontana, da Pinelli e Valpreda in poi: l’assassinio di Serantini, di Giorgiana Masi, di Francesco Lorusso, di Carlo Giuliani, di Federico Aldrovandi… solo per citarne alcuni…

(per rinfrescare la memoria, qui un elenco impressionante, anche se incompleto)

Avete sempre un demone da evocare con cui giustificate tutto il peggio: “gli anarchici”.
In questo clima possono passare indenni anche sentenze come quelle della Diaz.
La vostra vigliaccheria è paradossale: anche quando vi chiamate democratici, siete conniventi con l’attuale processo di fascismo avanzante.
Vi siete accorti che la situazione italiana presenta elementi perfino più gravi di quella greca?
Qui in Italia la situazione economica è peggiore, la repressione è peggiore, il clima stesso è peggiore… in più qui abbiamo anche il Vaticano, e Berlusconi con tutta la P2, decine di stragi e trame irrisolte, la mafia, camorra e ‘ndrangheta… una cultura che… una classe politica che…
insomma: cari giornalisti, di cosa avete paura? Che il dicembre greco sia come il maggio francese sui cui resoconti, sulle cui trasgressioni state ancora campando? Guardare le cose a distanza e poi raccontarle con l’emozione di chi vi ha partecipato… il ’68, la beat generation, la trasgressione, le lotte, quella musica, la liberazione sessuale, il Vietnam, il Che… ma fatemi il piacere!!!

Vi suggerisco un titolo per domani:

I greci hanno inventato la democrazia.
I giovani greci oggi la stanno difendendo anche per noi.
Grazie.

riprendo una notizia, forse sfuggita ai più, uscita sull’edizione regionale di Repubblica a Parma il 27 novembre

è terribile e non necessita commenti

ricorda la storia di Federico Aldrovandi (vedi post precedenti)
e solo per caso non ha avuto le stesse drammatiche conseguenze.

l’articolo, a firma di Giacomo Talignani, si intitola: Bonsu, altro orrore dei vigili. Foto trofeo con “la scimmia”.

In pratica si tratta di questo: ricordate Emmanuel Bonsu, il giovane fermato e pestato dai vigili di Parma? Una brillante operazione di ordine pubblico. Ora la procura ha trovato sul computer di un agente la foto, cancellata, di un vigile che abbraccia Emmanuel mostrandolo come un ricordo di caccia.

Come Abu Ghraib. Un vigile della polizia municipale di Parma si fa fotografare mentre abbraccia la “scimmia” Emanuel Bonsu, indicando il suo occhio tumefatto come trofeo. Come nella prigione irachena dove i carcerieri mostravano i detenuti nudi, feriti, maltrattati e senza più dignità. (continua a leggere)