intervista di Laura Fois per L’Universale (ripresa anche da Informazione Libera e da Informare Per Resistere) il 7 novembre 2011. “Questo modello politico non tollera l’intelligenza”. Il poeta spazia dall’arte alla situazione della cultura e della politica in Italia, mettendo due generazioni a confronto…

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intervista radiofonica di Tore Cubeddu in sardu pro Jannaberta. Lastima pro sos ki non bi cumprendhen. Una bella intervista per una bella trasmissione. Mi dispiace per chi non la capisce. Registrata per Radio RAI Sardegna il 13 dicembre 2010.

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video di Christian Mascheroni per Ti racconto un libro: due poeti protagonisti del festival Isola delle Storie di Gavoi: il sardo Alberto Masala e il polacco Tomasz Różycki. Due concezioni della poesia molto differenti: è un fatto privato o voce rappresentativa di una comunità?

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intervista su Argonline sul rapporto in scrittura con la mia lingua madre, il sardo, e con le altre lingue che utilizzo.


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intervista di Elisabetta Marino – “Il poeta è la voce che ha visto le voci” – incontro con Alberto Masala. – In Limine, n°3, Edizioni Nuova Cultura, Roma, 2008, pp. 149-158 – ottobre 2008.

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In questa intervista di Paolo Piras sull’Unione Sarda del febbraio 2007 – mi ha divertito, rileggendolo a distanza di tre anni, il dibattito con una lettrice (tale “una di passaggio, italia”) che, inizialmente, avevo cortesemente preso sul serio…

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Intervista di Dimitri Papanikas del febbraio 2005 in cui per la prima volta emerge il concetto del “condominio della poesia” che oggi è per me un fondamentale punto fermo.

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Intervista online di Davide Bregola: La letteratura italiana ha/a più voci – maggio 2004 sulla letteratura della migrazione.

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intervista di Valentina Mmaka in Migrare… Migrando – Riflessioni a margine del 3° Convegno di Culture e letteratura della Migrazione. Ferrara, 26/28 Marzo 04

 

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Intervista di Franca Rita Porcu per “L”Unione Sarda” del 8 dicembre 2003 – si parla di tre lavori: Proveniamo da estremi, Nella casa del boia, Taliban.

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Le voci della luna ­ – marzo 2002 – intervista a cura di Loredana Magazzeni

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L’Unione Sarda – maggio 1998 – “Il rischio di trasformare le radici in folklore” di Franca Rita Porcu

 

Un’intervista che mi ha fatto Laura Fois su L’Universale.

La ringrazio.

In un’intervista via mail, il poeta spazia dall’arte alla situazione della cultura e della politica in Italia, mettendo due generazioni a confronto…

Se Serge Pey l’ha definito “uno fra i maggiori testimoni della poesia contemporanea”, per Jack Hirschman è “un poeta dell’esortazione, un anarchico con coscienza di livello culturalmente internazionale, ed una produzione di tale ispirazione e tanto catalisticamente avanti da essere progenitrice come lo sono stati Antonin Artaud in Francia e Julian Beck con il Living Theater negli U.S.A”. Alberto Masala non ha certo bisogno di presentazioni se non fosse tanto acclamato internazionalmente quanto sconosciuto in patria. Restio a pubblicare libri (anche se alla fine l’hanno convinto), testardo cultore e difensore della poesia orale in quanto sardo. “Non dimentico mai”, scrive nel suo blog, di provenire da una società che si è mantenuta attraverso la produzione orale”. Masala appartiene poi alla Beat Generation, perché la sua è anche poesia di rottura. Ha tradotto racconti inediti di Kerouac; di Hirschman e di Gregory Corso è un grande amico. Ad aprile di quest’anno, il suo capolavoro, “Alfabeto di strade (e altre vite)”, è stato mandato in ristampa a un anno dalla sua uscita. Negli Stati Uniti è andato a ruba. Alberto Masala è un poeta che vive di scrittura.
Di scrittura? La prima domanda mi è sorta spontanea, nella nostra lunga corrispondenza via mail. E anche se lui mi ha risposto dalla tastiera di un pc, a me è sembrato di non averle lette queste sue parole che seguono, ma di averle ascoltate. Perché ogni parola del poeta è voce, essenza che si propaga in chi non ha voce, e alfabeto di comunicazioni e significati che ti entrano in testa e restano, come la colonna sonora delle nostre vite.
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