SARDEGNA

sindrome Golfo-Balcani-Quirra

veleni di guerra, omicidi di Stato

Il RUOLO DELL’EUROPA

L’assenza di certezze scientifiche non deve servire da pretesto per ritardare l’adozione di misure” (ONU, protocollo di Rio 1992).

L’interesse nazionale cede di fronte al superiore interesse pubblico costituito dalla tutela della salute (…) che va protetta contro ogni iniziativa ostile da chiunque provenga e con la conseguenza che ha anche una valenza incondizionata. La tutela comprende le ipotesi in cui i rilievi scientifici non hanno raggiunto una chiara prova di nocività” (sentenza del TAR Sardegna di sospensiva all’installazione dei radar, 6/10/2011).

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” (art 32 Costituzione italiana).

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Un’orribile operazione che strumentalizza dei bambini è stata messa in piedi da alcuni loschi figuri. Individui senza scrupoli e senza etica, complice la Curia di Bologna (l’Antoniano) che tradizionalmente si caratterizza per la sua attitudine retriva. Nel loro stile operano una forma di pedogamia (erroneamente chiamata pedofilia) su alcune vittime innocenti di quei dogmi cristiani che gli sono stati imposti abusivamente (col battesimo). Cantano in un infame video che altro non è se non l’ultimo appiglio oscurantista di un regime che sta dando i suoi colpi di coda. Dopo aver arruolato invano nani e ballerine, ora decidono di esporre la loro sporca faccia nel tentativo di recuperare il consenso di quei cattolici nauseati dalle ultime miserabili imprese del Capo e dei suoi accoliti
E fin qui, niente da dire: ne hanno facoltà…

Ma l’uso strumentale di quei bambini… QUESTO NO!
Bisognerebbe denunciarli al tribunale dei diritti dell’infanzia.

guardateli: ecco il video infame – e intanto… poveri bambini…

 

Continua il disastro ambientale e storico in Sardegna.
Nebida, un meraviglioso borgo minerario su cui è già in atto la violenza di un’amministrazione di costruttori di ecomostri, sta perdendo uno dei più importanti e  meravigliosi simboli di archeologia industriale.

La laveria Lamarmora, patrimonio dell’Unesco, ieri ha subito un crollo importante.

Non oso immaginare la tristezza di Sandro Collu, caro amico ambientalista di Nebida, che proprio quest’estate me la mostrava con amore e commozione raccontandomi come lì, su quelle spiagge allora intatte e meravigliose erano i suoi giochi d’infanzia.

La Sardegna delle coste è oggi amministrata da geometri e imprenditori spesso mandatari di piani speculativi, quando non direttamente coinvolti o interessati come investitori. Gli estremi, a mio parere, per l’applicazione di regole antimafia, di inchieste, e, se il caso, anche di provvedimenti giudiziari.

Sull’esempio di Olbia ed Arzachena, battistrada storici di cui non si parla più, ora casi come Teulada, il cui il piano viene approvato in una notte insonne appena prima che diventasse attiva la legge Soru sulla salvaguardia delle coste, come La Caletta, o violenze sul patrimonio storico archeologico come a Tuvixeddu, la più grande necropoli punica del Mediterraneo, sono solo alcuni degli esempi di una brutale spoliazione che offende ogni cultura ed ogni sensibilità.

Si dirà che la colpa è degli elementi naturali, che era ineluttabile, che non si poteva prevedere… intanto a noi resta il dolore per l’arroganza, l’ignoranza, il disastro che stiamo lasciando ai nostri figli.

Da sempre registro l’accesso ai miei blogs da parte di funzionari pubblici che, invece di lavorare, si preoccupano di monitorare il sottoscritto tutte le volte che un mio post parla di Governo e Governanti, Ministeri, Militari, Pubbliche Amministrazioni, Israele e Palestina, e così via.
Evidentemente un Pubblico Dipendente, pagato con i nostri soldi, svolge regolarmente questa inutile e dispendiosa funzione.

Non ho niente contro di lui, poveretto. Così gli dicono ed esegue acriticamente. Ma sorvegliare proprio me! un eccesso di zelo che serve solo ad alzarmi lo share degli accessi.

Comunque non gliene voglio, anzi, gli dedico questo affettuoso post giusto per fargli un po’ di compagnia. Voi, miei ventiquattro lettori, non leggetelo:

“Caro Brigadiere, scommetto che non le scrive mai nessuno… sono certo che si annoia a morte… abbia pazienza e pensi che sta maturando la pensione per tornare un giorno al paesello. Che si deve fare per campare!

Cosa troverà in ciò che scrivo? Niente di cattivo né di pericoloso, certo. Al contrario di Lei non impugno armi per profonda convinzione spirituale. Poi, come Lei, io non rubo, non evado le tasse… e come quel vanitoso coglione di D’Annunzio o quel cretino impunito di Marinetti, o come perfino il Ministro Bondi e forse anche Lei stesso, al massimo scrivo poesie. In più le leggo in pubblico… ma ha ragione: è meglio sapere piuttosto che no… Intanto fa bene a portarsi avanti col lavoro: se tornano loro, i fascisti (e a volte si ha proprio l’impressione che siano lì lì… ogni giorno una nuova conquista, così la gente si abitua lentamente, si forma all’idea…), se tornano, dicevo, avrà già selezionato il materiale e si farà tutto più in fretta: epurazioni, confino, carcere… e non oso pensare al peggio a cui la Storia sta piano piano tentando di abituarci anche nel quotidiano (ha presente Genova? Abu Graib? CPT?, Libia?). Ha ragione, non siamo più nel Ventennio: meglio procedere su basi scientifiche.
Vedo la scena, il suo computer sotto il poster dei generali argentini, il bustino di Mussolini sulla scrivania, Pinochet (il Vaticano l’abbia in gloria) sullo sfondo del pc.

Ma ora mi tolga una curiosità: non prova mai schifo sapendo che i suoi ordini discendono da alte disposizioni di delinquenti collusi con le peggiori mafie? Non ha mai un moto di repulsione sapendo che chi dispone in alte sfere è complice delle peggiori stragi (Bologna, Piazza Fontana, Brescia, Italicus… mai trovati i mandanti) degli ultimi 50 anni? Non le fa ribrezzo nemmeno un pochino sapere che i migliori ed i più onesti fra i suoi colleghi (Falcone, Borsellino, gli uomini di scorta…) sono stati trucidati proprio da quel potere da cui riceve ordini e stipendio? Ci pensi ed abbia il coraggio di guardare il mondo con i suoi occhi, non con i loro. Un caro saluto e prometto di tornare a trovarLa. Lei intanto venga quando vuole, la aspetto.”

ecco qui solo alcuni fra gli ultimi accessi da me osservati perché non ho voglia né tempo da perdere a starci dietro

13.04.10 – 15:53:52 – Presidenza del consiglio dei ministri Italia (Chrome 4.x Windows XP)
– post che dice che “IO STO CON EMERGENCY”
– miei post sul viaggio in Iraq

04.05.10 – 15:50:28 – Ministero dell’interno Italia (Firefox 1.x Windows 2000)
– controllo di routine, continuano i post sul viaggio in Iraq
– beccato post sui finanziamenti dell’Assessorato alla Cultura della Sardegna alla propaganda militare nel vergognoso Salone del Libro di Macomer.

05.05.10 – 14:47:43 – Ministero della giustizia- dip.org.gi.. Italia (Explorer 8 Windows XP)
– il giorno dopo il post viene rivisto insieme a un Superiore per verificare se ci siano gli estremi per il reato di Lesa Maestà.

25.5.10 – 11:05:09 – Ministero dell’interno Italia (Firefox 3.x Windows XP)
– controllo di routine, continuano i post sul viaggio in Iraq

giugno (visto, ma mi sono scordato di trascriverlo)
– post FB sulla cultura nella scuola e lo zio (sospetto pedofilo) della Gelmini

12.07.10 – 11:34:34 – Ministero dell’interno Italia (Firefox 3.x Windows XP)
– controllo di routine, petizione per i bambini Rom del Kosovo

11.08.10 – 10:21:17 – Ministero dell’interno Italia (Firefox 3.x Windows XP)
– post sulla legge Balilla. I sospetti vengono confermati.

Buon lavoro.

Ho visto un bambino morto in braccio a suo padre. Dopo questa immagine è davvero difficile mantenere la calma ed una presumibile obiettività. Cerco di trattenere il fiato e le lacrime e mi guardo attorno. Stasera il servizio sul TG1 è stato aperto da un giornalista che, con voce squillante e quasi allegra, annunciava l’avanzata delle truppe israeliane sulla striscia di Gaza infestata dagli integralisti di Hamas. dal tono si capiva chiaramente che anche lui, insieme a quelli che lo pagano, stava conducendo una Santa Guerra.
Non sto qui a dire che Hamas ha vinto con regolari elezioni e che i palestinesi hanno il diritto di autodeterminarsi anche se fanno enormi cazzate come votare Hamas. Sarebbe come dire che io invado l’Italia perché ha vinto le elezioni un ladro piduista e golpista come Berlusconi, che governa con fascisti e Lega. E già che ci sono invado anche Treviso e i trevigiani ai quali, col sindaco che si ritrovano, Hamas non gli fa nemmeno un baffo in quanto a integralismo. Poi invado la Sicilia perché da sessant’anni votano fermamente e coscientemente Cosa Nostra.

La lotta è impari. Non si può competere. L’informazione mainstream è troppo forte e non c’è alternativa. Ovvero, ci sarebbe, ma non la segue quasi nessuno. Come paragonare i venti lettori di questo blog ai TG o al Resto del Carlino? Comunque, per non lasciare mai niente di intentato, vi rimando ad una importante inchiesta che ho letto su Rekombinant dal titolo: “Il modello di costruzione delle news che ha unificato i tg di Rai e Mediaset nella copertura della crisi di Gaza viene da lontano”.
Si tratta di una serissima ricerca fatta dal Glasgow Media Group, una rete di accademici e ricercatori britannici che si occupa da oltre un trentennio di monitorare i media del Regno Unito, e che ha pubblicato nel 2006 un interessante testo di analisi sulla copertura che i media inglesi e scozzesi hanno dato al conflitto israelo-palestinese. La ricerca diretta da Greg Philo e Mike Berry s’intitola Bad News From Israel. Evidentemente non è tradotta in Italia dove la saggistica sull’informazione è sotto il controllo della politica istituzionale drogata dal conflitto d’interessi di Berlusconi e dall’illusione che, eliminato il conflitto, le notizie torneranno vere. Le autorità di controllo che commissionano un monitoraggio di comunicazione lo fanno su criteri non certo critici. È un circolo vizioso: l’intreccio tra media e politica produce la notizia, le autorità di controllo, all’interno dello stesso intreccio, la assumono secondo gli stessi criteri con cui viene emessa. Così si ottiene una comunicazione “utile”, ma non certo un’inchiesta. Andate a leggere i risultati ed avrete molto più chiaro questo discorso.

Ma torniamo a noi.
Come si fabbrica una falsa notizia?

Oggi sui giornali di Bologna si è palesata unanimemente l’isteria antislamica per le manifestazioni di sabato a sostegno della Palestina. Il motivo che ha maggiormente scatenato la rabbia è stata la preghiera del tramonto salat-al-maghreb – intonata dai manifestanti.
Mi sono informato: la salat è un dovere per i credenti praticanti. Farla tutti insieme in pubblico durante la manifestazione per Gaza aveva il preciso significato di orazione funebre per onorare la memoria di tutte le vittime, e non di affermazione dell’identità musulmana, o peggio, come blaterato dai leghisti, di “prova di forza”. O ancora peggio la Curia, che l’ha percepita come “una sfida” e “una regia per l’islamizzazione dell’Europa”.

Cito da una mail ricevuta:
(…) l’Imam in piazza non si è limitato a condurre la salat con le formule di rito, ma ha anche aggiunto diverse frasi esplicite su “donne, bambini e vecchi caduti sotto le bombe”. E il finto feretro davanti alle file stava una volta di più a rimarcare il senso di “orazione funebre alla memoria” più che il puro e semplice senso di identità musulmana: non era un “mettersi in mostra” fine a sè stesso, ma aveva un preciso scopo….
Ecco perchè quasi tutti i migranti hanno partecipato con sentimento alla salat, a prescindere dal fatto che fossero tutti praticanti o meno. Anche per noi è la stessa cosa: la commemorazione solenne dei caduti civili sotto un vigliacco attacco nemico è una cosa che coinvolge tutti gli esseri umani di qualsiasi religione o convinzione, anche gli atei.
E se la percentuale di partecipanti fosse stata di meno maghrebini e più palestinesi, si sarebbe svolto anche un rito cristiano di commemorazione dei defunti, dato che in Palestina c’è una forte presenza cristiana (anche a Gaza ci sono cristiani, chiese e scuole cristiane), un 20% circa della popolazione palestinese. (…)

A questo punto, se si seguisse la lettura leghista o quella della chiesa, si dovrebbe parlare di identità. Parola che io stesso, sardo ed appartenente ad un popolo, ho da molto tempo rimosso dal mio vocabolario per la sua valenza oscura, becera ed integralista. L’ho felicemente sostituita con la parola appartenenza, che non mi obbliga a dotarmi di uno stato, un inno, una bandiera, e, soprattutto, mi lascia tranquillo nella mia singolarità senza costringermi ad essere identico. Dico sempre che, quando sono partito dalla Sardegna, al mio paese non ero identico a nessuno, anzi… ero piuttosto diverso. Ma appartenevo ed appartengo con tutto me stesso, in corpore spirituque, a quella terra e quella gente. E mai me ne sono voluto distanziare né distinguere. Anzi… è lì che vorrò morire ed essere sepolto. Fra la mia gente.

Comunque, per capire dove stanno i brutti personaggi, quelli davvero pericolosi, ecco qui uno stralcio del comunicato leghista sul Domani di Bologna :
[…] il comunicato della Lega Nord provinciale diramato ieri pomeriggio, «condanna senza mezzi termini questa prova di forza mascherata da un esigenza di preghiera che non trova spiegazione alcuna» […] «è bastato un pretesto per scatenare le organizzazioni musulmane e portarle alla occupazione delle nostre piazze e dei nostri simboli religiosi e istituzionali, come lo è Piazza Maggiore in cui si erge la “blindata “, per motivi di sicurezza, Basilica di San Petronio ed il Palazzo Comunale, in cui la discussione sulla costruzione della nuova moschea è stata furbescamente congelata in vista delle prossime elezioni comunali». La Lega Nord parla di “strumentalizzazione e occupazione delle nostre piazze “e giunge a chiedere di fatto «l’immediata chiusura del centro islamico di via Pallavicini e preannuncia per sabato prossimo un sit-in in Piazza Maggiore per risvegliare le coscienze dei bolognesi».[…]

e per capire in che mani staremmo se non fossimo abbastanza resistenti, ecco un pezzo dell’intervista di Monsignor Vecchi sul Carlino. Una vera chicca che ci dice quanto questi figuri siano socialmente pericolosi. Oltre che guerrafondai. Un alto prelato che condivide un’azione di sterminio criminale e demonizza chi in piazza ha elevato una preghiera. Ma perché Bologna è da sempre condannata ad una Curia simile? Perché Milano ha Martini e Bologna questi loschi figuri?

La preghiera sul Crescentone è una sfida alla nostra identità
Intervista al vescovo vicario monsignor Vecchi: “C’è una regìa, vogliono islamizzare l’Europa. hanno usato la piazza come strumento di pressione”

Cos’ha pensato quando ha visto la fotografia dei musulmani, a centinaia, chini a pregare sul Crescentone, davanti a San Petronio?
«Ho pensato che è un segnale su cui riflettere. Questa non è una preghiera e basta. E’ una sfida, più che alla basilica al nostro sistema democratico e culturale. Da quel che è successo a Bologna ma anche in altre città abbiamo avuto la conferma che c’è un progetto pilotato da lontano. Cosa prevede? L’islamizzazione dell’Europa. Se ne accorse il cardinal Oddi, tra i primi. E aveva buone fonti». […]

Monsignore, la Costituzione garantisce la libertà di culto.
«Certo, l’articolo 8 riconosce quel diritto a tutte le religioni che accettano l’ordinamento giuridico italiano. Ma dev’essere letto assieme all’articolo 7».

“Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”, dice fra l’altro.
«Quella cattolica è la religione storica del popolo italiano. Ci sono certi professori che vogliono farmi lezione ma anch’io farei volentieri un esame a loro».

Per spiegare cosa?
«Che c’è una distinzione tra Stato e nazione. La nazione ha un’identità. La sua identità di fondo, le coordinate fondamentali, il popolo italiano le ha ricevute dal cattolicesimo».

Quindi lei dice: la preghiera sul Crescentone come una sfida alla nostra cultura.
«Nelle manifestazioni di sabato c’è stata una regìa, è chiaro. La piazza come strumento di pressione, questo ormai lo hanno imparato bene. La religione è stata usata, strumentalizzata. Sono pienamente d’accordo con don Righi. La questione palestinese è politica, non religiosa. Confondere i due piani non è corretto. E poi penso alla svastica, alla bandiera d’Israele bruciata. Mi meraviglia molto la preghiera contro qualcuno. Si prega per i fratelli, non per il male degli altri».

Bologna è reduce da una lunghissima polemica sul progetto di un minareto.
«Ma sabato i musulmani non hanno manifestato per quello, quello non c’entra».

Non ha pensato, come il vicesindaco di Milano: la piazza come una moschea.
«No, ho pensato che questo metodo di non distinguere i problemi religiosi da quelli politici porta altro caos, e il nostro Paese ne ha già abbastanza. C’è bisogno, invece, di recuperare la nostra identità per arrivare a un’integrazione vera, che non dev’essere un affastellamento di culture».

La giunta ha congelato la nuova moschea, la comunità musulmana aspetta il prossimo sindaco.
«Quel progetto secondo me dev’essere abbandonato per sempre, è prematuro. Per integrare davvero i musulmani, servono luoghi di preghiera nelle diverse comunità dove queste persone vivono. Certo che c’è il diritto di culto. Ma non è vero che costruire una moschea è come costruire una chiesa».
[…]

Sono usciti dalla volante con le pistole in mano.
Hanno detto “forza stronzetti, frocetti, fatevi sotto”.
Hanno sparato al torace, distendendo il braccio, e prendendo la mira.
Hanno ucciso un ragazzo di 15 anni.
Si sono girati e sono andati via.

qui si possono leggere i racconti di sei testimoni oculari dell’uccisione riportati dall’emittente greca MEGA TV e tradotti in italiano sul sito del corriere della sera

un piccolo commento

Chi ha avuto il coraggio di raccontare le cose in questo modo? Pochi, pochissimi…

Cari giornalisti italiani,
la vostra responsabilità è ancora una volta enorme.

Mai che si indaghi davvero… versioni poliziesche accreditate senza discussione… falsità…
Per esempio: non era in atto nessuna manifestazione. Quei fascisti di poliziotti, così simili ai nostri, sono scesi dalla macchina ed hanno semplicemente sparato come può fare solo un vero assassino. Anche qui da noi è successo. Tante volte.
Chi avesse dimenticato o non capisse cosa voglio dire, vada a vedere nei titoli e gli articoli degli ultimi quarant’anni le prime versioni accreditate sui giornali. Da piazza Fontana, da Pinelli e Valpreda in poi: l’assassinio di Serantini, di Giorgiana Masi, di Francesco Lorusso, di Carlo Giuliani, di Federico Aldrovandi… solo per citarne alcuni…

(per rinfrescare la memoria, qui un elenco impressionante, anche se incompleto)

Avete sempre un demone da evocare con cui giustificate tutto il peggio: “gli anarchici”.
In questo clima possono passare indenni anche sentenze come quelle della Diaz.
La vostra vigliaccheria è paradossale: anche quando vi chiamate democratici, siete conniventi con l’attuale processo di fascismo avanzante.
Vi siete accorti che la situazione italiana presenta elementi perfino più gravi di quella greca?
Qui in Italia la situazione economica è peggiore, la repressione è peggiore, il clima stesso è peggiore… in più qui abbiamo anche il Vaticano, e Berlusconi con tutta la P2, decine di stragi e trame irrisolte, la mafia, camorra e ‘ndrangheta… una cultura che… una classe politica che…
insomma: cari giornalisti, di cosa avete paura? Che il dicembre greco sia come il maggio francese sui cui resoconti, sulle cui trasgressioni state ancora campando? Guardare le cose a distanza e poi raccontarle con l’emozione di chi vi ha partecipato… il ’68, la beat generation, la trasgressione, le lotte, quella musica, la liberazione sessuale, il Vietnam, il Che… ma fatemi il piacere!!!

Vi suggerisco un titolo per domani:

I greci hanno inventato la democrazia.
I giovani greci oggi la stanno difendendo anche per noi.
Grazie.

ingenuo ed ottimista, ho l’attitudine a privilegiare sempre la buona fede… poi, a riportarmi con i piedi per terra, anzi, nel fango, scopro che la porcata c’è, sempre, e sporca tutto, anche le idee migliori…
quando imparerò a diffidare delle buone intenzioni e delle dichiarazioni di principio?

ecco: c’è un documento del 4 febbraio 2007 che annuncia che la presenza d’onore al Salone del libro di Torino è felicemente destinata all’Egitto!

Quali pressioni ha dovuto fare Israele per modificare questa decisione?

Quale faccia come il culo hanno dovuto esibire le istituzioni e gli organizzatori per annunciare la decisione di ospitare Israele?

Quale consapevolezza hanno di questo i sottoscrittori dell’appello?

Quale mancanza di coraggio hanno gli stessi a non ammettere di aver preso una cantonata, seppure (alcuni) in buona fede?

Quale pelo sullo stomaco si devono far crescere tutti costoro?
In nome di che cosa?
E cosa c’entra la letteratura in tutto questo?

 

qui il link del dibattito sul FORUM PALESTINA

qui il link del DOCUMENTO UFFICIALE che annuncia l’Egitto come ospite

cari scrittori firmatari, ripeto ciò che dicevo nel post precedente:

… Quanti di voi, che avete sottoscritto l’appello, hanno rapporti con gli scrittori dissidenti e pacifisti di Israele che, anch’essi totalmente israeliani, boicottano il sistema aggressivo e colonizzatore e vengono per questo messi a tacere? Quanti di voi sostengono gli scrittori israeliani che disperatamente si oppongono? Ho l’idea che non vi siate nemmeno posti il problema.
Ecco perché sostengo che questa firma sia troppo comoda, distratta, inconsapevole ed incosciente. Perché sostiene un governo, non una cultura. Un potere, non un popolo. Un brutto potere…. un brutto governo… colonialista e sanguinario… che violenta ogni cultura. Anche la propria.

La vostra è una firma ciecamente ‘coraggiosa’, che manca totalmente di coraggio e di sguardo.
E’ una firma superficiale che ci trascina in basso, che colpisce la dignità di due popoli: quello palestinese e quello israeliano insieme.
E’ una firma POLITICA, ma non ETICA, che conforta l’arroganza di un sistema basato sull’oppressione e sul potere economico, un sistema sostenuto da questa Europa ipocrita ed altrettanto arrogante.

E’ l’occidente, amici… il comodo e confortevole occidente…
e chi non ci sta, scenda dal carro.

avevo messo l’immagine di alcune banconote di Israele
sono sparite… vuoi vedere che se le sono riprese?

Se le avessero prese loro, non le rivedrò mai più. Se invece le ha prese qualcuno di voi scrittori, è pregato di riportarle qui immediatamente.

 

dal sito di Gianni Minà questo articolo di Gennaro Carotenuto

Cosa succederebbe in Italia se un pregiudicato romeno ubriaco investisse sulle strisce una signora italiana con due bambini e la riducesse in fin di vita? La risposta è facile, diverrebbe in un lampo prima notizia su tutti i media e molti sciacalli sarebbero pronti a organizzare fiaccolate, a chiedere mano dura, espulsioni e a fare passeggiate vestiti come Humphrey Bogart. Cosa succede se avviene il contrario? Questa settimana ne abbiamo avuto una ATROCE dimostrazione pratica. E i media italiani ne escono in maniera vergognosa.
La storia, nella sua crudezza, è semplice. Il giorno 20 novembre in pieno giorno, nella città di Roma, la cittadina rumena Marinela Martiniuc, 28 anni, attraversava sulle strisce nei pressi di una scuola. Spingeva una carrozzina con suo figlio Elias di appena quattro mesi e teneva per mano sua nipote Adina di 12 anni.

Sono stati spazzati via da un’auto guidata da un cittadino italiano, in evidente stato di ebbrezza, e appena uscito di galera. Il neonato è stato sbalzato a 20 metri di distanza, la piccola Adina ha avuto multiple lesioni alle gambe. La signora Martiniuc è stata per 24 ore incosciente ed in pericolo di vita. Tutt’ora è ricoverata in condizioni critiche.

Nessun giornale o gr o tg ha ritenuto opportuno diffondere la notizia. Questa è stata diffusa oggi, cinque giorni dopo, solo in una lettera inviata da Anna Maffei, presidente dell’Unione cristiana evangelica battista italiana, pubblicata dal quotidiano Il Manifesto.

Maffei invita a una riflessione sul ruolo dei media nella costruzione del clima di insicurezza e di crescente intolleranza e xenofobia fra la gente comune. Ha ragione: i media mainstream oramai formano un compatto partito del pregiudizio e utilizzano il loro sterminato potere per diffonderlo ad arte. Per un’elementare regola giornalistica infatti, se i romeni e solo i rumeni (o i rom che per il giornalista medio è lo stesso) sono tutti stupratori, assassini, ladri, autisti ubriachi, l’ennesimo cane che morde l’uomo non deve far notizia. Ma se è l’uomo italiano (pregiudicato e ubriaco) a mordere la cagna rumena, questa non dovrebbe essere una notizia più del suo stereotipato opposto? Non dovrebbe causare scandalo e vergogna che un nostro connazionale abbia ridotto in fin di vita una donna straniera e due bambini?

Sarebbe un triste paradosso, ovviamente, se solo per questo i media facessero un buon servizio all’informazione. La Maffei centra perfettamente il punto. Oggi i media mainstream, manipolando e scegliendo le notizie in maniera intenzionale, rappresentano un generatore di insicurezza sociale, intolleranza e xenofobia. E i giornali italiani che strillano l’investimento (o lo stupro, o l’omicidio) di una cittadina italiana da parte di un cittadino straniero, ma nascondono il caso opposto e sminuiscono sistematicamente i crimini dei quali gli stranieri sono vittime, vanno definiti per quel che sono: razzisti.

Per turpi fini (politici o commerciali che siano) si stanno prestando a mettere in pericolo la convivenza civile in questo paese e stanno giocando con la nostra democrazia. E’ tempo che chi ha a cuore la convivenza civile in questo paese chieda sistematicamente loro conto delle loro intenzioni e malintenzioni. Un altro giornalismo è possibile.

l’ormai incredibile programma per governare la città con cui si erano fatti votare questo sindaco e questa giunta afferma i seguenti punti. Dite voi quanti vi sembrano rispettati. Cito a salti solo alcune frasi di cui si riempiono la bocca – per leggere tutto andate qui

LINEE PROGRAMMATICHE: I VALORI E LE SCELTE PER IL FUTURO DELLA CITTÀ

I. Bologna città di pace… sviluppo di una cultura di solidarietà e cooperazione tra i popoli … crescita di una cultura di pace, di incontro fra identità diverse
II. Bologna contro il terrorismo –
III. Bologna città antifascista –
IV. Bologna città dei diritti “… Libertà, giustizia, solidarietà, diritti e doveri, equità, opportunità e responsabilità sociale sono i nostri valori di riferimento … diritto alla salute e all’ambiente, alla mobilità, alla casa, alle prestazioni sociali, all’istruzione e alla formazione, alla cultura e alla conoscenza, il diritto al lavoro e nel lavoro, all’accesso alle nuove tecnologie, alla creatività, all’informazione sono inalienabili e come tali devono essere considerati esigibili da tutti, trovando il necessario riscontro nell’esercizio dei corrispettivi doveri. In particolare i diritti fondamentali della persona devono trovare nelle istituzioni democratiche gli strumenti della loro garanzia universale per tutte e per tutti, indipendentemente dal titolo giuridico della loro presenza sul territorio …
V. Bologna città dei servizi e della solidarietà –
(!)
VI. Bologna città del futuro –
VII. Bologna città dell’ambiente –
VIII. Bologna città di scuole e di cultura –
IX. Bologna città accogliente, affettuosa e sicura
“… la città reale non corrisponde alla “città brocratica” … l’intera comunità sarà più forte e più sicura affermando valori di solidarietà, dialogo fra le culture, garanzia per tutti di uguali diritti e doveri. Le politiche di inclusione e di accoglienza, soprattutto dei cittadini migranti, dovranno fondarsi sul riconoscimento della persona come portatrice di pari diritti e doveri e di opportunità di accesso ai servizi… accoglienza e di incontro delle diverse culture ed identità
X. Bologna città che valorizza il punto di vista delle donne

sindaco, vicesindaco e assessori della giunta comunale di Bologna

 

 

di quale Bologna state parlando?
questa città, che voi rappresentate,
ha sulla coscienza Florin Draghici,
quattro anni
morto bruciato in una baracca

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Bologna procede: Questa mattina un nuovo sgombero di romeni


23 novembre 2007

Nemmeno il funerale del piccolo Florin che si terrà domani (alle 9, in via Triumvirato 125, nel luogo dove è avvenuto l’incendio) ha fermato la caccia quotidiana ai rumeni.
Questa mattina, poco dopo le 6, la polizia, coadiuvata da alcune pattuglie dei vigili urbani, è intervenuta per sgomberare una fabbrica dismessa in viale Togliatti (nelle vicinanze del Centro Vittoria, a poche centinaia di metri dal Lungoreno). All’interno vivevano tra le trenta e le quaranta persone, tutte di cittadinanza rumena, tra cui 7/8 bambini. La maggior parte degli uomini che abitavano nell’officina, abbandonata da anni, ha un lavoro (alcuni anche con contratto regolare). Dalle testimonianze degli sfollati, nessuno sarebbe stato fermato.
Ora sono tutti in mezzo alla strada: in quali baracche andranno?