ricevo da Bonaventura Durruti e pubblico volentieri
I sardi non amano la loro terra

Prendo in prestito il titolo di questo post da una articolo del “Gruppo di intervento giuridico”, relativo ad uno scandaloso albergo a La Caletta di Carloforte, costruito a pochi metri dal mare e in attesa di ultimazione. La lezione che si può trarre è semplice:

Il “turismo made in Sardinia” è una filosofia che, nel mondo, pochi oserebbero invidiare: infatti, riesce ad eliminare lentamente la primaria fonte di attrazione turistica, coprendola di cemento, per ottenere vantaggi minimi per la popolazione locale. Insomma, noi sardi non siamo dei grandi economisti, con il massimo sforzo (ossia con la distruzione dei beni paesaggistici e culturali) riusciamo ad ottenere il minimo risultato (la Sardegna continua ad essere una delle regioni italiane con il più alto tasso di disoccupazione e le occupazioni legate al turismo sono, essenzialmente, stagionali). E, cosa veramente singolare, nonostante le pezze ai pantaloni, continuiamo a pensare che il “turismo made in Sardinia” devastatore di ambiente e dignità, sia un prodotto valido anche per il futuro. 

(Gruppo di Intervento Giuridico)

Cronaca di una speculazione edilizia annunciata, Malfatano e Tuerredda (approfondimenti sulla speculazione)

Se questo riguardasse solamente La Caletta, il problema sarebbe minore. Mi riferisco invece in questo caso al quel che si sta verificando lungo la spiaggia di Tuerredda e nell’area storica di Malfatano, in comune di Teulada (con amministrazione di centrosinistra), dove è in corso una grossa speculazione su una delle aree di maggior pregio ambientale dell’isola.
Un progetto da 140 mila metri cubi da realizzare in tempi brevissimi da parte della Sitas del gruppo Marcegaglia (definito incredibilmente eco-compatibile).
50 milioni di euro per realizzare quindi hotel, centro congressi e una quarantina di ville lussuose.
Per ironia della sorte, mentre si eseguiva lo scavo per l’ubicazione della s.p.a., circa un anno fa sono venuti alla luce dei reperti romani, una fornace ed altri utensili da classificare.
L’esito scontato di una procedura normale dovrebbe essere la sospensione immediata dei lavori, in attesa che la sovrintendenza esegua tutti i rilievi del caso.
Una variante in corso d’opera ha sistemato le cose, e la società ha dovuto rinunciare solamente a due interventi minimi, mentre il grosso del progetto procede spedito.
A prescindere da come andrà a finire la vicenda, che riassume in uno dei tanti interventi cementificatori che deturpano le nostre coste, la sintesi della cultura turistica isolana, si palesa come al solito una chiara volontà colonialista di spregio totale delle coste, dell’ecosistema, della conservazione necessaria, con la complicità di un popolo asservito e silente che non fa altro che ricordare pedissequamente la sua appartenenza al paradiso descritto da De Andrè, salvo poi rivenderlo a prezzi stracciati al primo offerente.
Il tutto avviene nel silenzio di tutte le forze politiche, sia di destra che di sinistra, finanche ai partiti indipendentisti che si fregiano di difendere la propria terra.
L’unica consolazione che ne potrebbero trarre alcuni, saranno i numerosi posti di camerieri che i sardi ricaveranno come contropartita.
Ovviamente stagionali.

Bonaventura Durruti

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io ho spedito questa lettera:

“Ho appreso con grandissima preoccupazione della realizzazione in corso di un complesso turistico-edilizio (ville, hotel, residence, servizi commerciali) di 140 mila metri cubi di volumetrie sull’incontaminata costa di Malfatano e Tuerredda, a Teulada (CA).
Se realizzato interamente, il progetto deturperebbe irrimediabilmente una delle più belle coste del Mediterraneo facendo perdere anche qualsiasi attrattiva per il turismo.
Inoltre ciò danneggerebbe irreparabilmente, oltre che l’ambiente, anche l’economia e la possibilità di sviluppo del territorio già così fortemente penalizzato dalle servitù militari.
Trovo che in questo paese stia pericolosamente ed impunemente avanzando una cultura distruttiva e irrispettosa dei luoghi e delle culture.
Fortemente preoccupato per le dolorose sorti del paesaggio e per lo sfruttamento ambientale a cui è impunemente sottoposta tutta la mia amata terra di Sardegna, chiedo che vengano immediatamente fermati i lavori, ridotte drasticamente le costruzioni previste, da realizzare solo a distanza dalla costa, oltre il piccolo nucleo storico di Malfatano.

Con cordiali saluti.
Alberto Masala (poeta e scrittore)”

Si può compilare ed inviare un simile modulo di richiesta al presidente della Repubblica e della regione Sardegna, al sindaco di Teulada

* dal sito del gruppo di intervento giuridico

* o dall’account facebook

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