Comunicato Stampa

HATING IN A WORLD OF DESIRE!

Action’s Urban Wild Art

Londra, 28 ottobre 2013, Old Street. Il collettivo artistico AZ.NAMUSN.ART sceglie il giorno dell’uragano, il St Jude’s Day Storm, per avviare il nuovo ciclo di azioni urbane ad alto impatto sociale economico, politico e ambientale, Ball(oons) Experience Series.

AZ.NAMUSN.ART, con l’ausilio di scale e impalcature presenti in loco, verso le 4:00 del mattino ha raggiunto il tetto di un edificio nei pressi della stazione di Old Street, su cui da Aprile è posizionato un enorme pallone da spiaggia, del diametro di oltre 10 metri. Sotto l’alibi dell’installazione di arte pubblica, opera di Morag Myerscough, si nasconde in realtà una subdola operazione di marketing della società immobiliare Derwent London. Secondo la società, l’edificio in costruzione (15 piani per circa 228.000 metri quadrati, valore immobiliare intorno ai 200 milioni di sterline), grazie a un particolare sistema d’isolamento termico ed efficienza energetica, vedrebbe ridotta del 20% la bolletta energetica. Ogni anno, l’equivalente dell’abbattimento delle emissioni di CO2 riempirebbe circa 180 palloni della stessa dimensione del Land Marker sul tetto dell’edificio.

AZ.NAMUSN.ART, dopo aver reciso i punti di ancoraggio e aver installato un GPS sul pallone, lo lascia libero, in balia dell’uragano. Grazie al satellite, però, si traccia una mappa urbana arbitraria, affidata esclusivamente alla forza della natura, che porta a compimento il processo e, quindi, l’opera-azione in forma di Action’s Urban Wild Art.

Il titolo, Hating in a World of Desire, è un riferimento diretto all’opera Loving in a World of Desire di Damien Hirst, che vede un pallone da spiaggia sospeso su un getto d’aria che fuoriesce dal basamento dell’opera stessa.

AZ.NAMUSN.ART sottolinea ironicamente come il caos generato dalla forza devastante della natura accomuna la creazione dell’opera e quella del mondo, smascherando al contempo la vulnerabilità delle nuove tecnologie che, seppur create e manovrate dall’uomo, risultano non controllabili. E così, il valore simbolico del “monumento”, corrotto dalla strumentalizzazione della società immobiliare, si riscatta attraverso la riappropriazione fatta dai fenomeni atmosferici. Pertanto, è la natura che lo trasforma da opera oggettuale in un’allegoria effimera, ma dal forte contenuto etico, che travalica il principio estetico, dilagando nella realtà. Hating in a World of Desire, quindi, è un’anti-pubblicità, una contro-campagna di sensibilizzazione, sui cambiamenti climatici e le emissioni di CO2. Infine, è un monumento-memento alle sperequazioni dell’economia globale. Nonostante la conclamata attenzione alle tematiche ambientali, infatti, l’opinione pubblica sembra anestetizzata davanti al totale delle azioni dei combustibili fossili della Borsa di Londra, che stime al ribasso quantificano in circa 900.000.000.000 di sterline!

AZ.NAMUSN.ART ringrazia tutte le persone che hanno collaborato al progetto, diffondendo in rete, dalle prime luci del mattino del 28/10/2013, alcuni video still di Hating in a World of Desire, sui più popolari social network, come twitter e facebook.

www.aznamusnart.org

English version

Press Release

HATING IN A WORLD OF DESIRE!
Action’s Urban Wild Art

28th October 2013, Old Street, London. AZ.NAMUSN.ART is back in action on St Jude’s Day, they are starting a new cycle of urban actions with high social impact: Ball(oons) Experience Series.

AZ.NAMUSNART, a Sardinian art collective, keeps dealing with economic, political and environmental issues in a new residential context.

AZ.NAMUSN.ART, climbed onto the roof of a building near the Old Street Station; where a huge beach ball has been displayed since April 2013; using ladders and scaffolding already set up on-site, at around 4:00am. Disguised as installation of public art, Morag Myerscough’s work, is basically an insidious Derwent London’ marketing operation. According to the company’s theory, the building under construction (15 floors for about 228,000 square feet, the value is around £200 million) is being built using a special thermal insulation and energy efficiency system, which should be able to reduce energy bills by 20% every year, thus reducing CO2’s emissions by the equivalent amount – 180 filled beach balls of the same size as the Land Marker on the roof of the building.

AZ.NAMUSN.ART, cut the anchor points and installed a GPS on the giant beach ball, in the hands of the hurricane. Through the use of the satellite, AZ.NAMUSNART is able to draw an arbitrary urban map exclusively assigned to the power of nature, which completes the process and the work in form of Action’s Urban Art Wild.

The title Hating in a World of Desire is a direct reference to the work Loving in a World of Desire by Damien Hirst formed by the beach ball floating in an airflow ejected by the sculpture’s base.

AZ.NAMUSN.ART emphasizes, ironically, how chaos is caused by devastating power of nature; they join together the idea of the creation of the work and the idea of the creation of the world and at the same time show up the vulnerability of new technologies which, even if created and operated by human beings, are not controllable. So the symbolic value of the “monument”, corrupted by these instruments of the real estate company, redeems itself through the re-appropriation made by weather events. Therefore the power of nature turns the objectivity of the work into an ephemeral allegory – with a strong ethical content which goes beyond aesthetic principles, flooding into reality.

Hating in a World of Desire is an anti- advertising work, an anti-advertising campaign aims to raise awareness about climate change and CO2 emissions. This work is also a monument memento dedicated to waste in the global economy. Despite a proclaimed interest in environmental issues, public opinion seems anesthetized with regards to the total number in shares of fossil fuel companies held on the London Stock Exchange. The value of those share are approximately £900,000,000,000!

AZ.NAMUSN.ART would like to thank all contributors who from early in the morning of 28/10/13, they posted images from video still of Hating in a World of Desire in the most popular social-networks, such as Twitter and Facebook.

www.aznamusnart.org

Progetto d’arte in solidarietà con la Resistenza di Gezi Park – Istanbul

Ideazione: Fabiola Ledda e Ryta Kes
Coordinamento: Alberto Masala
Musica: Noise Of Trouble

INTERNATIONAL SOLIDARITY with OCCUPY GEZI


da un’idea di Fabiola Ledda e Ryta Kes
thanks for the LOGO to Ronny Pushpin

#ArtistsForResIstanbul

Direnişi ile dayanışma içinde sanat projesi Gezi Parkı

  Progettu de arte pro solidaridade cun sa resistentzia de su Parcu Gezi
      Projecte d’art en solidaritat amb la resistència del Parc Gezi
         Progetto d’arte in solidarietà con la resistenza di Gezi Park
            Art project in solidarity with the resistance of Gezi Park
               Kunstprojekt – Solidarität mit dem Widerstand der Gezi Park
                  Proyecto de arte en solidaridad con la resistencia del Parque Gezi
                     Πρόγραμμα Τέχνης – αλληλεγγύη με την αντίσταση του Gezi Πάρκο
                        Art projet en solidarité avec la résistance du parc Gezi


#ArtistForResIstanbul #direngezi #occupygezi #resIstanbul #OpTurkey #occupyturkey #direntürkiye #duranadam #delilimvar #polisevinedön #direntaksim #direnkızılay #direnali #uyantürkiye #bubirsivildireniş #şiddeteson #receptayyiperdoğan #YunusEmre #direnduranadam #durankadin #kızıldayanışma #direndersim #boykot #direnankara #direnizmir #direncarsı #direnadana #direneskişehir #hepmizçarşıyız #Mevlana #direnbursa #direnlobna

Devrimci 90 KusagiInternational solidarity with OCCUPY GEZI T.C Çapulcular

#ArtistsForResIstanbul è su Facebook
#ArtistsForResIstanbul e #ArtistForResIstanbul sono su Twitter

i miei fratellini di scoglio… da tempo ci vogliamo bene… da tempo collaboriamo… da tempo sostengo che la loro arte è ciò di cui si ha bisogno. Oggi più che mai. Grazie a Zianu, grazie a tutti loro

StranosElementos   –   Az.Namusn.Art

NOI TENIAMO ANCORA!

07. Febbraio 2011 · Commenti disabilitati su un colpo al cerchio ed un colpetto alla botte · Categorie:blog news, di Sardegna, nel sociale · Tag:, , , , , ,

La situazione è paradossale. Questi fogli locali, abbandonati alla loro sorte qualunque ne sia la proprietà, non cambiano nei decenni. Lì infatti intellettuali di spessore e buone firme del giornalismo, oneste e serie, possono agevolmente sedere nel box confinante a quello che contiene cialtroni incapaci o, peggio, in malafede… Tutti amorevolmente nella stessa testata. Ma è la storia dei fogli di provincia e non solo… bisogna rassegnarsi. Ma non per questo tacere.

Ho vissuto gli anni dell’Università a Sassari, questa oscura città di massoni e savoiardi, il luogo di Segni, Cossiga, Parisi e Berlinguer… ma non sono mai riuscito ad abituarmi alla sua condizione di totale e incontrollabile schizofrenia, e, in esemplare e coerente riflesso, anche del suo giornale storico: la Nuova Sardegna.

Oggi infatti ho letto un titolo commovente nella sua becera immobilità: da cinquant’anni la Nuova li ripropone fedelmente come solo i cari vecchi giornaletti di casa sanno fare.
Evidente come l’ottusa Musa ispiratrice sieda nella Questura. L’unico luogo dove il cronista pesca i suoi pezzi e ne sposa acriticamente le versioni. Mi chiedo se a questi poliziotti giornalisti vengano anche correttamente versati i contributi di categoria o se a quei giornalisti poliziotti spettino le gratificazioni dovute dal Ministero dell’Interno ai suoi fedeli dipendenti.

Sassari è una città triste. Lo pensavo quando ne frequentavo l’Università, e continuo a pensarlo ora. Infatti, se non fosse così, non si sarebbe mai potuto vedere un titolo tanto contraddittorio e servile come quello che oggi incornicia l’articolo che qui linko:

Di che si tratta? Quale bene comune è stato offeso? Quale proprietà civica è stata violata? Semplice: un prezioso cartello indicatore della E.On è stato coperto di catrame presumibilmente col lancio di un barattolo. Un orribile delitto, una violazione imperdonabile certamente commessa da uno o più delinquenti da cercare fra quei cittadini che forse si sono sentiti violentati dalla marea nera di tonnellate di catrame che la E.On ha legittimamente riversato su 180 Km. di costa. Dal Parco naturale dell’Asinara alla Pelosa di Stintino, dalle spiagge di Platamona e Marritza alle rocce di Capo Testa, passando per quella regione intorno a Porto Torres la cui popolazione, fra disastri ambientali e disoccupazione, ormai si consuma nella rabbia, rassegnazione ed attesa senza speranze.

Insomma: Vandali contro E.On è un titolo! Il titolo di un articolo su un giornale quotidiano! Una banda criminale ha lanciato un barattolo di catrame sopra un cartello privato! (Attenzione: non ho mai visto titoli simili sull’intera cartellonistica pubblica di tutto il centro Sardegna che, storicamente, è crivellata di colpi d’arma da fuoco).
Anzi, è la vile metà di un titolo la cui altra parte è un colpo alla botte buonista che purtroppo, collocata lì, risuona di tragico vuoto: l’eco-appello di Michela Murgia.

Sono uno che rispetta la legge e chiede che venga rispettata da tutti. Chiedo giustizia uguale per tutti. Pretendo che, quando questi vandali verranno catturati, la pena sia commisurata al delitto. Propongo che si proceda pesando letteralmente ed equamente l’oggetto del reato. E che ogni Euro di pena o ogni giorno di condanna inflitto a questi criminali che hanno sporcato l’insegna venga altresì inflitto, MISURANDOLO A PESO, ai responsabili della E.On.

Il conto è presto fatto: hanno lanciato un chilo di catrame? Un giorno di carcere e 1000 euro di multa. La E.On ha sparso una tonnellata? 1000 giorni di carcere e 1.000.000 di Euro di multa.

Cara Nuova Sardegna, questa sarebbe giustizia… intanto tu continui a coprirti di tonnellate di merda per la viltà che da sempre esprimi… e riesci perfino a lanciartela addosso senza che nessuno te lo imponga…

banner dall’opera di Az.Namusn.Art

Az.Namusn.Art, dove l’arte non rassicura le coscienze

(articolo uscito su “La Nuova Sardegna” dell’11 giugno 2009)

Quando Joseph Beuys mise il pubblico ed i critici davanti ad un mucchio di sabbia, sapeva di compiere un gesto sovversivo, come sovversiva può essere soltanto una cultura che apre nuovi spazi di visione dimettendosi dalle convenzioni dello sguardo consolidato e rassicurante. In quello storico momento l’opera veniva definitivamente sottratta ad ogni possibilità di gestione da parte del sistema dell’arte, mettendo i critici davanti alla loro stessa impotenza. Un mucchio di sabbia non poteva essere bello o brutto… era un mucchio di sabbia, quindi non poteva essere posseduto, venduto, acquistato, collezionato…. Anche trasportarlo o riproporlo uguale sarebbe stato impossibile: la mancanza di un solo granello ne avrebbe minato la sua feticistica riproducibilità tecnica. Salvandola così dal giudizio estetico, sottraendo l’opera alla sua mercificazione, Beuys da allora ci ha costretti in uno spazio più esteso che non quello della rappresentazione formale: appare con lui il territorio concreto dell’intelligenza, il pensiero contenuto nel gesto d’arte che ci riconsegna intatta la responsabilità di osservatori sull’essenza della vita, la nostra posizione sulla terra che ci accoglie.

Ancora »

Dopo due anni di azioni clandestine, esce finalmente allo scoperto il più intransigente collettivo artistico italiano. L’esposizione comprende diversi linguaggi: dalle video installazioni a foto di grande formato, da magliette stampate a documenti della polizia locale. Un ready-made aggiornato alle istanze globalizzate della cultura digitale.

Laboratorio della crisi di Az.Namusn.Art
(Riccardo Fadda e Pietro Pintadu)
Curatore: Maurizio Coccia
a Porto Torres, via Sassari 102
Date: 9 – 31 maggio 2009
Info: www.aznamusnart.org
http://www.myspace.com/aznamusnart

l’Ex Consorzio Agrario sede del Laboratorio della Crisi